
CARINOLA. È arrivata la sentenza di secondo grado per dieci imputati coinvolti in un’inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere su un traffico di droga e cellulari all’interno della casa circondariale di Carinola.
La terza sezione della Corte d’Appello di Napoli, accogliendo le richieste di patteggiamento formulate in sede di giudizio, ha applicato una riduzione di un anno rispetto alle pene inflitte in primo grado, dove il processo si era svolto con rito abbreviato.
Le condanne hanno riguardato Massimo De Solda, Salvatore Riccardi, Bruno e Vincenzo D’Avino, Samuele Artiaco, Ivan Enghben, Salvatore Scala, Roberto Aleksic, Salvatore Della Gaggia e Michele Iommelli.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il gruppo avrebbe gestito un vero e proprio mercato illecito dietro le sbarre, con la possibilità per i detenuti di procurarsi sostanze stupefacenti e telefoni mobili.
L’indagine è partita nel 2021, quando alcuni involucri di hashish sono stati trovati nascosti all’interno di pezzi di formaggio. Questo ritrovamento ha dato il via a un’inchiesta che ha fatto emergere un traffico ben organizzato: la droga veniva introdotta durante i colloqui con i familiari, poi distribuita grazie alla complicità di un educatore penitenziario e di alcuni detenuti addetti ai lavori interni.
Per trasferire le sostanze da una sezione all’altra del carcere, si utilizzava un sistema rudimentale ma efficace: fili con cui si facevano scendere i pacchetti contenenti lo stupefacente.