
VILLA LITERNO. Una dura condanna è stata inflitta ieri dalla Corte d’Appello di Napoli a Vincenzo Ucciero e ad altri componenti della sua famiglia, ritenuti legati al clan dei Casalesi. La decisione arriva al termine di un lungo iter giudiziario che ha visto l’imputato seguire una strategia difensiva isolata rispetto agli altri coindagati.
Già condannato in primo grado a 16 anni e 6 mesi di reclusione per attività estorsive condotte per anni nella zona di Villa Literno, Ucciero aveva scelto il rito ordinario, rinunciando al rito abbreviato che gli avrebbe potuto garantire uno sconto di pena. A distanza di mesi, i legali hanno tentato una proposta di concordato non solo sulla condanna più recente, ma su tutte le pene precedenti già inflitte al loro assistito.
La Corte ha però respinto la linea difensiva, convertendo il concordato in una condanna definitiva a 26 anni di carcere. Di fatto, la strategia processuale non ha prodotto alcun vantaggio: la pena, invece di essere ridotta, è aumentata sensibilmente.
Vincenzo Ucciero, indicato come figura centrale di un’organizzazione criminale operante nell’agro casertano e riconducibile ai Casalesi, si trova ora a dover scontare almeno 10 anni – se non di più – prima di poter accedere a eventuali benefici penitenziari.
Il procedimento giudiziario rappresenta un ulteriore colpo alla criminalità organizzata locale, con la magistratura partenopea che conferma l’impegno nella repressione delle attività illecite sul territorio. L’inchiesta e le successive sentenze si inseriscono in un più ampio contesto di contrasto ai clan camorristici nella provincia di Caserta.