
ORTA DI ATELLA. Emergono gravi irregolarità nel cantiere di Frattamaggiore dove ha perso la vita Stefano Alborino, 47 anni, operaio originario di Orta di Atella, precipitato da un’impalcatura il 5 maggio scorso. La Procura di Napoli Nord ha aperto un’inchiesta e iscritto nel registro degli indagati il titolare dell’impresa edile e l’ingegnere incaricato della sicurezza sul lavoro.
Le prime verifiche condotte dai carabinieri della compagnia di Caivano e della stazione di Frattamaggiore descrivono uno scenario preoccupante: la struttura su cui stava operando Alborino presentava gravi carenze strutturali. Mancavano pedane fondamentali e alcune porzioni del ponteggio non risultavano correttamente ancorate all’edificio. Un insieme di negligenze che getta una luce inquietante sull’organizzazione e la gestione del cantiere.
Ma le criticità non finiscono qui. Dai primi accertamenti svolti dai tecnici dell’Asl, è emerso un ulteriore elemento: Alborino potrebbe lavorare in assenza di un contratto regolare. Il 47enne non risulterebbe registrato come dipendente, ipotesi che apre uno scenario ancora più drammatico, tra sospetti di lavoro nero e mancata tutela dei diritti basilari dei lavoratori.
Alborino, sposato e padre di due figli, stava partecipando ai lavori di ristrutturazione di un edificio quando, per cause ancora da accertare, ha perso l’equilibrio cadendo nel cortile sottostante. Trasportato d’urgenza in ospedale, è morto poco dopo per le gravissime lesioni riportate.
La Procura ha disposto l’autopsia e sta raccogliendo testimonianze da colleghi e tecnici presenti al momento della tragedia per ricostruire con precisione dinamica e responsabilità. Un’altra morte sul lavoro che pone interrogativi pesanti sulle condizioni in cui si continua a operare in tanti cantieri italiani, dove la sicurezza sembra ancora troppo spesso un’opzione e non un obbligo.