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Il clan nel contrabbando: “Centinaia di stecche smistate nel bar”

TEVEROLA. Non solo traffico di stupefacenti ed estorsioni. La rete legata al boss Aldo Picca e a Nicola Di Martino, entrambi originari di Teverola, avrebbe gestito anche un redditizio giro di sigarette provenienti da furti nei tabaccai.

A fornire i dettagli è Francesco De Chiara, oggi testimone chiave per la giustizia. Il collaboratore, rispondendo alle domande del pubblico ministero Simona Belluccio, ha spiegato che Michele Vinciguerra si occupava della compravendita delle sigarette rubate. A quanto riferito, il prodotto arrivava da gruppi criminali albanesi e veniva poi consegnato al proprietario di un bar di Aversa, Marchese. Le consegne erano frequenti – almeno due volte a settimana – e i quantitativi variavano dalle 400 alle 1000 stecche, a seconda della disponibilità.

L’indagine della Dda

Michele Vinciguerra, 46 anni, è tra le persone coinvolte nell’operazione della Direzione distrettuale antimafia che lo scorso settembre ha portato all’emissione di 42 provvedimenti cautelari. Secondo l’accusa, lui e De Chiara facevano parte del gruppo criminale riconducibile a Picca e Di Martino. Oltre al traffico di sigarette, il gruppo si sarebbe occupato anche di estorsioni e spaccio, con parte dei proventi destinati ai vertici del clan.

I verbali di De Chiara – 47enne di Aversa – sono stati depositati durante l’udienza preliminare che vede coinvolti, tra gli altri, Vinciguerra e Marchese.  Tutti gli imputati, come da normativa vigente, sono da considerarsi innocenti fino a sentenza definitiva.

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