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Coppia finisce sotto usura con tassi al 40%, stangata per 3. I NOMI

CASTEL VOLTURNO. Usura ai danni di una coppia, condanne pesanti per tre imputati: 18 anni complessivi di carcere

Diciotto anni e mezzo di carcere complessivi e oltre 68mila euro di sanzioni economiche. È il bilancio della sentenza emessa dal giudice per l’udienza preliminare Daniela Vecchiarelli del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, al termine di un processo celebrato con rito abbreviato, nei confronti di tre persone accusate di aver ridotto sul lastrico una coppia residente a Castel Volturno.

La vicenda ha origine da un prestito iniziale di 2.000 euro, che nel tempo si è trasformato in un incubo, con interessi che hanno superato il 40% annuo. A finire sotto processo Raffaele Esposito, Emilia De Caro e Salvatore Seccia: i primi due sono stati condannati ciascuno a 6 anni e 4 mesi di reclusione, con multe rispettivamente pari a 24.200 e 24.000 euro; Seccia, invece, ha ricevuto una condanna a 5 anni e 10 mesi, oltre a una sanzione pecuniaria di 20.000 euro. Le accuse a loro carico sono di usura ed estorsione.

L’indagine è stata avviata nel settembre 2023, quando la vettura della coppia è stata danneggiata in circostanze sospette. Gli investigatori del commissariato di Castel Volturno, insieme alla Squadra Mobile di Caserta e sotto il coordinamento del sostituto procuratore Gionata Fiore, hanno raccolto testimonianze, visionato riprese delle videocamere di sorveglianza e analizzato agende e quaderni dove le vittime annotavano da anni i pagamenti effettuati ai presunti strozzini.

Tutto è cominciato con un prestito elargito da Salvatore Seccia, 66 anni, originario di Casalnuovo. Secondo gli inquirenti, Raffaele Esposito (54 anni) ed Emilia De Caro (57), anch’essi residenti a Casalnuovo, avrebbero svolto il ruolo di intermediari e garanti. Nessuno dei tre risultava ufficialmente occupato al momento dei fatti.

La prima tranche di denaro, tra i 2.000 e i 3.000 euro, prevedeva una restituzione a rate mensili di circa 140 euro, ma sin da subito le condizioni erano vessatorie: tassi elevatissimi e penalità ulteriori per ogni minimo ritardo. Col passare del tempo, i coniugi si sono trovati a chiedere nuovi prestiti per coprire i debiti precedenti, entrando in un ciclo di indebitamento senza fine, che ha fatto lievitare la somma iniziale fino a decine di migliaia di euro.

In un tentativo disperato di saldare il debito, la coppia ha ceduto in garanzia la propria automobile. Il marito, impossibilitato a usare il mezzo per lavorare, ha perso anche l’unica fonte di reddito. Gli strozzini, preoccupati da un possibile coinvolgimento delle forze dell’ordine, hanno poi restituito l’auto per evitare denunce. Ma la situazione era ormai degenerata e, quando la macchina è stata nuovamente danneggiata, la coppia ha trovato il coraggio di denunciare tutto.

Un passo che si è rivelato decisivo e che ha permesso di avviare l’inchiesta, oggi giunta a sentenza, restituendo finalmente dignità e giustizia alle vittime.

 

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