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Estorsioni al politico, cugino del boss rischia grosso. La richiesta choc

Mondragone. È proseguito davanti alla Prima Sezione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta dal giudice Giovanni Caparco, il processo a carico di Francesco Tiberio La Torre, cugino del noto boss Augusto La Torre, soprannominato “Puntinella”. L’imputato è accusato di aver tentato di estorcere denaro e favori al consigliere regionale Giovanni Zannini e agli imprenditori Alfredo e Pasquale Campoli, padre e figlio.

Nel corso della requisitoria, il sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia, Roberto Patscot, ha chiesto una condanna a 15 anni di reclusione per l’imputato, ritenuto vicino agli ambienti della criminalità organizzata. Il magistrato ha sostenuto che le versioni alternative fornite da La Torre durante l’interrogatorio non siano credibili e non trovino riscontro negli atti.

Secondo l’accusa, le pressioni esercitate da La Torre rientrerebbero in una più ampia strategia di intimidazione volta ad affermare il controllo sul territorio attraverso metodi tipici della camorra casalese.

Il collegio giudicante, composto anche dai giudici a latere Francesco Maione e Patrizia Iorio, dovrà ora valutare gli elementi emersi durante il dibattimento e le argomentazioni portate dalla pubblica accusa.

La vicenda, che vede coinvolti soggetti noti nel panorama politico e imprenditoriale locale, rappresenta un nuovo capitolo nel contrasto alla criminalità organizzata sul territorio. La sentenza è attesa nelle prossime settimane, in un processo che potrebbe avere ripercussioni importanti non solo a livello giudiziario, ma anche sul piano istituzionale e sociale.

 

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