
Mondragone. Un’indagine avviata dalla Procura Europea (Eppo) di Napoli, in collaborazione con la Guardia di Finanza di Mondragone, ha portato alla luce un presunto schema fraudolento che avrebbe causato un danno economico all’Unione Europea superiore ai 6,8 milioni di euro. Al centro dell’inchiesta vi sono tre cooperative agricole: due con sede nella provincia di Caserta e una terza nel salernitano, sospettate di aver incassato indebitamente fondi europei destinati al comparto ortofrutticolo, servendosi di documentazione manipolata e dichiarazioni non veritiere.
Tra i soggetti attenzionati dagli investigatori, figurano due cittadini casertani – M.M. e C.L. – coniugi e rappresentanti legali di due delle cooperative coinvolte: Sant’Isidoro e Della Pace, entrambe registrate a Mondragone. A loro si affianca V.D.M., figura di riferimento dell’Associazione Ortofrutticoltori Agro con sede a Scafati.
Secondo quanto emerso, gli indagati avrebbero messo in piedi una rete di operazioni fittizie per accedere ai finanziamenti europei, presentando numeri gonfiati riguardo alla produzione agricola e alla commercializzazione dei prodotti. Le autorità ritengono che le attività dichiarate fossero in gran parte inesistenti e che l’Associazione Ortofrutticoltori, in qualità di Organizzazione di produttori (Op), non svolgesse realmente alcuna funzione di coordinamento o promozione, limitandosi invece a raccogliere fatture senza una reale attività operativa.
Le due cooperative, stando alla ricostruzione degli inquirenti, avrebbero contribuito alla truffa falsificando fatture, documenti di trasporto e altre comunicazioni contabili, al fine di permettere all’Organizzazione di rispettare i parametri necessari per ottenere i finanziamenti previsti dal programma europeo OCM ortofrutta (Organizzazione Comune di Mercato). Questo meccanismo avrebbe indotto in errore sia l’Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) sia la Regione Campania, determinando l’erogazione illecita di somme pubbliche.
Le ipotesi di reato includono la frode ai danni dell’Unione Europea aggravata dall’elevato ammontare del guadagno ottenuto, nonché responsabilità amministrative delle cooperative per non aver implementato adeguati sistemi di prevenzione dei reati. I fatti contestati coprono un arco temporale che va dal 2019 a oggi.
Negli ultimi giorni, le forze dell’ordine hanno eseguito diverse perquisizioni presso le sedi delle cooperative e le abitazioni degli indagati, sequestrando dispositivi elettronici, documenti e supporti informatici su cui sono in corso accertamenti tecnici. Le indagini si concentrano sui rapporti economici e gestionali tra le cooperative e l’Op, compresi flussi bancari e corrispondenza interna.
Gli indagati, che godono della presunzione di innocenza fino all’eventuale condanna definitiva, hanno già annunciato di voler chiarire la propria posizione e fornire una ricostruzione dei fatti attraverso i loro difensori di fiducia.