
Casal di Principe. In alcuni locali di Casal di Principe l’insolito via vai di clienti non sembrava motivato solo dalla voglia di un caffè . In molti lo avevano notato, ma solo pochi conoscevano la vera ragione di quell’afflusso continuo. Dietro al bancone, infatti, non c’erano solo consumazioni, ma anche slot machine non collegate alla rete ufficiale, permettendo così un flusso di denaro incontrollato.
L’intervento congiunto dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e dei Carabinieri della stazione locale ha messo fine a questo sistema illegale. Il bilancio dell’operazione è pesante: due persone denunciate per ricettazione, frode informatica e gioco d’azzardo illegale, sanzioni per un totale di 99mila euro, nove slot machine e tre cambiamonete sequestrati.
Le indagini erano iniziate circa dieci giorni fa con un monitoraggio dei locali commerciali e delle loro eventuali connessioni. Nel primo bar ispezionato, sono state individuate cinque macchinette non autorizzate, costando al proprietario una multa di 55mila euro. Nel secondo esercizio, invece, sono state scoperte quattro slot illegali, portando a una sanzione di 44mila euro. Ora le forze dell’ordine stanno cercando di capire se questi locali operassero in maniera indipendente o se dietro ci fosse un’organizzazione più ampia. Un punto chiave dell’indagine riguarda la destinazione del denaro raccolto, spesso frutto della dipendenza compulsiva di chi si lascia trascinare dal gioco.
Secondo il rapporto “Libro Nero dell’Azzardo 2024”, realizzato da Cgil e Federconsumatori, questo comune si è classificato al 23º posto in regione per spesa pro capite nel gioco, con una media superiore ai 4mila euro annui per cittadino. Il fenomeno della ludopatia ha conseguenze devastanti, portando molte famiglie sull’orlo del baratro economico e alimentando il fenomeno dell’usura.
Il legame tra il gioco d’azzardo e la criminalità organizzata è noto da tempo: le slot machine clandestine e le bische illegali rappresentano un canale per il riciclaggio di denaro, utile a finanziare le attività criminali e a garantire il sostegno economico ai detenuti in cambio del loro silenzio. Per smantellare del tutto questo sistema, l’unica soluzione resta il tracciamento dei flussi di denaro, per evitare che dietro queste attività si nascondano affari ben più pericolosi.