
CASERTA. La sanità casertana è stata recentemente scossa dalla denuncia di una figlia che ha riportato come la madre sia stata lasciata per due giorni senza cibo presso l’Ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, in attesa di analisi mediche. Questo episodio, riportato da Cronache, ha sollevato preoccupazioni riguardo alla gestione dei pazienti e alle condizioni operative all’interno delle strutture sanitarie.
La testimonianza della figlia
Secondo quanto riportato, la figlia della paziente ha descritto una situazione di grave negligenza, in cui la madre è rimasta senza alimentazione per 48 ore mentre attendeva l’esecuzione di esami diagnostici. Questo ha portato a un peggioramento delle condizioni fisiche e psicologiche della donna, evidenziando una mancanza di attenzione e cura da parte del personale sanitario coinvolto.
Carenza di personale e sovraccarico lavorativo
Uno dei problemi principali che affligge molti ospedali italiani, incluso quello di Caserta, è la cronica carenza di personale medico e infermieristico. Questa situazione porta a un sovraccarico di lavoro per gli operatori sanitari, aumentando il rischio di errori e negligenze. Secondo il 3° Rapporto sulla Salute e il Sistema sanitario Eurispes-Enpam, i reparti più a rischio sono i pronto soccorso e le aree di degenza, dove si registrano frequenti episodi di aggressività da parte dei pazienti, con circa 18.000 operatori coinvolti in tali incidenti.
La Federazione dei medici internisti ospedalieri (Fadoi) ha lanciato l’allarme per i reparti di medicina interna, evidenziando che durante il periodo estivo le riduzioni dell’organico variano tra il 21% e il 30% nel 48% dei casi, tra il 30% e il 50% nel 19,4% dei reparti e tra l’11% e il 20% in un altro 21,8%. Questo comporta un aumento del carico di lavoro per il personale in servizio, con conseguenti ripercussioni sulla qualità dell’assistenza offerta ai pazienti.
Casi simili in altre strutture
Purtroppo, l’episodio di Caserta non è un caso isolato. In diverse strutture sanitarie italiane si sono verificati episodi simili, dove pazienti sono stati lasciati senza cibo o assistenza adeguata a causa di carenze organizzative e di personale. Ad esempio, in Liguria, i pronto soccorso hanno registrato un flusso eccezionale di pazienti, mettendo sotto forte pressione il personale sanitario e causando attese prolungate per i pazienti.
Il fenomeno del burnout tra gli operatori sanitari
La situazione attuale ha portato a un aumento significativo del burnout tra gli operatori sanitari. Il rapporto “Cura dei curanti” dell’Istituto Superiore di Sanità evidenzia come il burnout tra gli operatori sanitari abbia raggiunto proporzioni allarmanti, aggravato dalla pandemia e da una pressione lavorativa crescente.
Impatto sulla qualità dell’assistenza
La combinazione di carenza di personale, sovraccarico lavorativo e burnout ha un impatto diretto sulla qualità dell’assistenza offerta ai pazienti. Secondo il XXIII Rapporto Pit Salute di Cittadinanzattiva, si registrano segnalazioni riguardanti la carenza di umanizzazione delle cure e disservizi legati alla mobilità sanitaria, evidenziando come queste problematiche incidano negativamente sull’esperienza dei pazienti all’interno delle strutture sanitarie.
Focus sul Sant’Anna e San Sebastiano
L’episodio verificatosi all’Ospedale di Caserta rappresenta un campanello d’allarme sulla necessità di intervenire tempestivamente per migliorare le condizioni operative all’interno delle strutture sanitarie italiane. È fondamentale affrontare la carenza di personale, implementare misure per prevenire il burnout tra gli operatori sanitari e garantire un’assistenza dignitosa e rispettosa dei diritti dei pazienti. Solo attraverso interventi strutturali e una maggiore attenzione alle esigenze del personale e dei pazienti sarà possibile evitare il ripetersi di situazioni simili in futuro.