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Nono giorno di sciopero della fame degli allevatori davanti al Ministero

CASAL DI PRINCIPE/SANTA MARIA CAPUA VETERE. Gianni Fabbris e Adriano Noviello sono al loro nono giorno di sciopero della fame a Roma, in un camper di fronte all’ingresso principale del Ministero della Salute sul Lungotevere Ripa. Dal 17 aprile si nutrono solo di un cappuccino oltre di bevande con integratori.

Con lo sciopero della fame pongono, a nome del Movimento degli allevatori interregionale in mobilitazione da anni perché cambino le fallimentari strategie di intervento pubblico sulle zoonosi e il rilancio dei sistemi di allevamento danneggiati da questo fallimento in Sicilia, Campania, Calabria e Puglia., due richieste precise: un Incontro con i Ministri all’Agricoltura e alla Salute e la garanzia della nomina di un Commissario Nazionale.

Nella giornata di ieri Fabbris e Noviello hanno distribuito al Parlamento, ai Ministri interessati e ai Segretari di Partito documenti di richiesta insieme alle mozzarelle di bufala frutto del lavoro di allevatori e artigiani casertani. Oggi tornano a rivolgersi a loro con un messaggio: siate concreti, non possiamo attendere oltre. Questo il testo del messaggio:

“Ora che al Paese ed alle Istituzioni tutto è chiaro, basta risposte in politichese. La crisi degli allevatori del Sud sta precipitando fra siccità, crollo del prezzo del latte e della carne, aumento dei costi produttivi; la politica non può continuare a ritardare le soluzioni”
Il fallimento dei Piani di eradicazione per la BRC e la TBC è una colpevole responsabilità delle istituzioni regionali e nazionali che amplificano e aggravano i problemi in Sicilia, Campania, Calabria e Puglia. In queste regioni, per responsabilità diretta di disposizioni che non hanno saputo risolvere i problemi delle zoonosi ma hanno contribuito a ridurre della metà il patrimonio zootecnico, le mandrie non possono essere spostate dai pascoli senza acqua e foraggio verso i pascoli estivi e sono in sofferenza (dove è il benessere animale?); molti allevatori di queste Regioni, obbligati a non spostare gli animali, sono di fronte alla scelta di comprare fieno prodotto in Nord Italia e acqua venduta dai privati, pagando prezzi impossibili da sostenere, oppure di abbattere gli animali chiudendo le stalle e cancellando le mandrie. La Transumanza (dichiarata dall’UNESCO patrimonio dell’Umanità) viene compromessa lasciando vaste aree del Paese sempre più all’abbandono ed all’effetto di incendi e dissesto.

In aree di produzioni di eccellenza come è, per esempio, quella della produzione della Mozzarella di Bufala Campana DOP, agli allevatori vengono imposte procedure e pratiche inefficaci e fallimentari (che costano loro centinaia di migliaia di euro senza che questo risolva le zoonosi piuttosto) che applicare le corrette indicazioni scientifiche come nel resto del mondo dove si sono risolti i problemi. Le aziende bufaline sono in un pericolo grave; dopo che solo nel casertano ha chiuso in dieci anni quasi il 50% delle stalle per effetto del fallimento dei Piani di eradicazione della Regione Campania, oggi sono tutte a rischio per le azioni speculative che lucrano sul prezzo del latte alla stalla (circa 15% in meno sull’anno scorso) mentre sale l’allarme per i rischi dovuti all’importazione di latte e cagliata dai dubbi controlli.

L’Allevamento della Bufala Mediterranea è dichiarato per legge Patrimonio Nazionale e dovrebbe essere tutelato dalle istituzioni, non compromesso.
Gli allevatori hanno chiesto l’incontro con i Ministri all’Agricoltura e alla Salute per confrontare le soluzioni. Due di loro, Gianni Fabbris e Adriano Noviello,sono in sciopero della fame dal 17 aprile per chiedere l’incontro e avere garanzie sulla nomina del Commissario Nazionale per la BRC e la TBC, primo passo per affrontare più complessivamente il rilancio del settore. Oggi dal Presidio di fronte al Ministero alla salute a Roma in cui si sta svolgendo il nono giorno di sciopero della fame, la domanda alla politica è chiara: l’incontro c’è o no?”