MARCIANISE. Dovrà restare in carcere tutta la vita per aver fatto uccidere l’amante del marito. Nella serata di ieri la Corte di Cassazione ha confermato la sentenza di Appello condannando in via definitiva all’ergastolo Maria Buttone ed a 30 anni il marito Domenico Belforte per l’omicidio di Angela Gentile, che aveva avuto una relazione col capoclan. Confermata la condanna, ma per estorsione, anche per Alessandra Golino, nuora di Belforte.
Nel corso dell’indagine il boss avrebbe confessato e fornito agli inquirenti una traccia importante per le ricerche del corpo della donna. L’attività è già stata avviata con particolare riferimento ai Regi Lagni, anche se per ora l’esito è stato negativo. Insieme al capoclan è sotto processo la moglie Maria Buttone, divenuta a sua volta matrigna della figlia della Gentile, allevata dai Mazzacane e tenuta all’oscuro di tutto fino all’avvio delle indagini della Dda. La ragazza, dopo la scomparsa della madre, è stata cresciuta a casa del boss proprio come una figlia.
Sua madre ha per avuto una relazione con Belforte prima del matrimonio tra il padrino di camorra e la Buttone, ma adesso le indagini stanno evidenziando che quel rapporto era continuato fino a poco prima della scomparsa della donna. Anzi, stando alla ricostruzione della Procura, lo stesso Belforte avrebbe fittato una casa nei pressi di Parco Cerasole a Caserta per Gentile e sua figlia. La Gentile accompagnò la figlia a scuola ma non andò mai a riprenderla e i familiari denunciarono il caso soltanto tre giorni dopo perchè pensavano che la sorella fosse in Germania.
Alla base c’era proprio un patto stretto tra Belforte e la moglie: stando ai pentiti una volta eliminata l’amante del marito, la sua famiglia avrebbe provveduto a mantenere anche la figlia nata dalla relazione clandestina. Alla ragazza, che per un periodo ha vissuto in Emilia Romagna proprio con Maria Buttone, fu aperto un bar. La vera chiave di volta del giallo è però una: il corpo di Angela Gentile non è mai stato ritrovato. Secondo Froncillo il corpo si trovava nella periferia di Marcianise, in un terreno dove prima c’era un allevamento di bufale a Puzzaniello. Le ricerche non diedero però esito positivo.