Skip to main content

Sotto intercettazione per droga, chiama per lamentarsi che il Reddito non arriva

 

Capua. Si lamentava del mancato accredito del sussidio una delle tre persone processate con l’ordinario nel procedimento sulle piazze di spaccio di Capua.

Nel corso delle indagini è emerso che Lucia Amendola ha chiamato il centralino del Rei per chiedere il motivo del ritardo nel pagamento del Rei, il Reddito di Emergenza. Proprio da questo dettaglio gli investigatori hanno riconosciuto la voce proseguendo nell’attività di intercettazione. La perizia depositata nell’ultima udienza ha fatto luce su quest’aspetto che comunque è marginale rispetto all’impianto accusatorio che riguarda unicamente lo spaccio: imputati con lei anche Arcangelo Piucci e Vincenzo Rossetti.

L’indagine

Sono accusati a vario titolo dei reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti in concorso. Il procedimento scaturisce dagli esiti delle indagini che hanno consentito di accertare, tra la fine dell’anno 2020 e l’inizio dell’anno 2021, l’esistenza di un gruppo egemone di soggetti residenti nei comuni di Capua, Aversa e Caiazzo, dediti allo spaccio sulla piazza di Capua e comuni limitrofi, di sostanze stupefacenti del tipo hashish, crack e cocaina.

Le indagini, condotte attraverso attività tecniche d’intercettazione delle conversazioni tra i vari indagati, associate ad attività di osservazione, pedinamento e controllo, hanno fornito un quadro dinamico delle condotte delittuose svolte da questi ultimi, in modo sistematico e continuativo, consentendo di accertare lo smercio della sostanza stupefacente, nonché le relazioni di tutti i principali indagati. Infatti, gli acquirenti davano appuntamento allo spacciatore tramite WhatsApp, utilizzando termini convenzionali ovvero linguaggio criptico, il cui contenuto lasciava facilmente desumere l’imminente cessione.

Numerosi sono stati i riscontri, per lo più attraverso il controllo degli acquirenti a cui, di volta in volta, veniva sequestrato lo stupefacente acquistato che, per quantità, per la modalità di presentazione, ovvero per altre circostanze dell’azione, appariva destinato ad un uso non personale, consentendo ai Carabinieri di censire un continuo via vai di persone che si rivolgeva agli indagati per comprare dosi a qualsiasi ora. Sono circa 233 gli episodi di spaccio accertati, indicati in 36 capi di imputazione. Nelle fasi di esecuzione della misura, dalle perquisizioni domiciliari effettuate presso le abitazioni degli arrestati, all’interno dell’intercapedine ricavata in un muro delle cantine di uno dei palazzi, sono stati rinvenuti 17 panetti di hashish del peso complessivo di circa 1800 grammi, per un valore di mercato di 13.000 euro e un bilancino di precisione.