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Società operaia, il racconto del Presidente Silvestro Elia

Calvi Risorta. Si sarebbero dovute svolgere la scorsa domenica le votazioni per il rinnovo del Consiglio direttivo della storica associazione della frazione di Visciano denominata Società operaia di mutuo soccorso, libertà e lavoro. Ma, data l’assenza di nuove liste di candidati, sono stati confermati i vecchi incarichi.

Così Silvestro Elia, classe 1946, continua la sua attività di Presidente per il ventottesimo anno consecutivo e racconta la storia della Società operaia e il suo impegno volontario per essa in tutti questi anni.

La Società operaia di Visciano, fu fondata nel 1881 e nacque, come le tante società operaie di quei tempi, con lo scopo di fornire assistenza ai soci in caso di malattia, infortunio, disoccupazione. Un ideale di solidarietà basata sul concetto di fratellanza e focalizzata sull’aiuto alle classi sociali più povere.

Elia racconta che inizialmente essa era aperta solo ad agricoltori ma poi, durante gli anni del fascismo, la sua sede fu incendiata e con essa, tra le fiamme, anche tutti i documenti. Lo statuto della Società operaia di Visciano fu poi riformato nel 1927 e il primo Presidente di questa nuova era fu suo zio Antonio Elia.

Nata con carattere assolutamente apolitico, la Società operaia ha sempre avuto come scopo quello di 《promuovere lo sviluppo intellettuale e morale dei soci, la concordia, la fratellanza fra di essi, al fine di cooperare al pubblico bene》come si legge nello statuto aggiornato nel 1966 e integrato nel 1995.

Silvestro Elia entrò a far parte di questa associazione nel 1984 e fu da subito nominato Vicepresidente mentre fu eletto Presidente dopo poco più di dieci anni, nel 1995.

Da quel momento sono trascorsi 28 anni, in cui sono cambiate le esigenze della società, ma non i princìpi su cui si fonda, ovvero solidarietà e mutualità, per cercare di rispondere con dignità e senza umiliazione alle spese inerenti la malattia, la perdita del lavoro, il servizio funebre del socio e tanto altro.

Oggi questa associazione è ancora molto attiva e conta circa 380 soci ma il Presidente è preoccupato poiché teme che le nuove generazioni non manterranno in vita questo pilastro associativo di Calvi Risorta che custodisce anche un pezzo di storia locale.

In questa intervista il Presidente Silvestro Elia racconta la storia di questa associazione, cosa rappresenta per lui e le sue preoccupazioni per il futuro:

Cosa fa la Società operaia oggi e cosa faceva un tempo?

S: 《 La Società operaia di Visciano è stata fondata da un signore di Pignataro e da agricoltori caleni. All’epoca non erano ammesse persone che svolgevano altri mestieri diversi dall’agricoltore. Ci si riuniva principalmente la sera, si parlava spesso di lavoro e si dava sostegno e aiuto economico ai soci che ne avevano bisogno. Ora possono iscriversi tutti, si paga una quota annuale e sostanzialmente l’obiettivo è lo stesso dell’epoca: aiutare chi ha bisogno e offrire il servizio funebre ai soci che ci lasciano》.

 – L’associazione è promotrice anche di altre iniziative?

S:Sì, un tempo organizzavamo la festa di San Giuseppe con banchetti gastronomici e l’immancabile guanto caleno, tutto offerto da noi della Società operaia. Poi tante gite, manifestazioni. Partecipiamo ancora alle processioni. Con la pandemia però abbiamo rallentato molto, la paura di riunirsi, nonostante il peggio sembri sia passato, ancora persiste》.

La sede di via Garibaldi è sempre stata la sede della Società operaia?

S:No, negli anni sono state cambiate molte sedi. Poi io e alcuni amici decidemmo di acquistare l’attuale sede di Via Garibaldi》.

I soci sono ancora tanti, ci sono anche giovani?

S:Purtroppo no. La gente non si iscrive più come un tempo, soprattutto i giovani nonostante abbiamo deciso di non far pagare la quota associativa ai ragazzi e alle ragazze fino ai 25 anni, proprio per avvicinarli alla nostra associazione. Il seme della solidarietà piantato nel 1881 dai nostri padri fondatori ha prodotto radici solide difficili da estirpare ma la mia paura più grande è che, quando non ci sarò più, la Società operaia scomparirà e rimarrà di essa solo un ricordo. L’unica speranza è che qualche giovane si appassioni e continui ciò che abbiamo fatto in tutti questi anni. Spero che verranno tempi migliori e che chi crede ancora ai valori e ci tiene alle radici della nostra terra d’origine porti avanti questa associazione》.

 – Quali sono i vantaggi di un socio?

S:Sicuramente appartenere alla nostra associazione significa stare insieme, confrontarsi su temi di varia natura, essere solidali, essere parte attiva di manifestazioni. In più, in caso di morte di un socio vengono offerti la nicchia nel cimitero e il servizio funebre. Durante la mia presidenza abbiamo acquistato molti posti al cimitero》.

Le elezioni del 28 gennaio scorso non si sono svolte. Secondo lei come mai nessuno ha presentato una lista in opposizione a quella attuale?

S:Sì, ogni tre anni si rinnova il Consiglio direttivo e quest’anno non è stata presentata nessuna lista quindi resteremo ancora noi in carica fino al 2025. I motivi possono essere due: o ci tenevano a far rimanere noi ancora in carica o nessuno è appassionato come noi a questa associazione》.

– Lei è Presidente della Società operaia da una vita. Nessuno dei suoi predecessori ha avuto questo incarico così a lungo. Racconti la sua esperienza nel ruolo di Presidente.

S:La mia esperienza da Presidente è stata ed è un’esperienza bellissima ma molto impegnativa. Negli anni ho cercato di fare del bene volontariamente e per passione. Ho conosciuto tanta gente e sono nate tante amicizie in questa sede che per me è una seconda casa》.

– Alla fine di questo nuovo mandato, dopo il 2025, sarà ancora in prima linea?

S:Non so se continuerò, avrò quasi 80 anni. Avrò piacere di dare spazio ai giovani e sicuramente sarò sempre pronto ad aiutare chi ci sarà dopo di me》.