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Omicidio del camionista Maione, stangata per Carmine Mauro

 Santa Maria a Vico/San Felice a Cancello. Il gip del tribunale di Benevento Vincenzo Landolfi ha condannato il 37enne di Talanico Carmine Mauro a 9 anni di reclusione per l’omicidio (preterintenzionale) del 44enne Giovanni Maione di Santa Maria a Vico.

Il pm aveva chiesto 6 anni e 8 mesi, mentre il giudice ha caricato 2 anni e 4 mesi in più. La sentenza con rito abbreviato, richiesto dopo che era stata respinta la richiesta di patteggiamento ad anni 4 e mesi 8 lo scorso novembre.

Significativo anche il risarcimento danni per la parte civile, rappresentata dagli avvocati Claudio Sgambato, Martina Piscitelli e Domenico Iaderosa.

I danni da risarcire

Per Carmine Mauro è arrivata l’interdizione dai pubblici uffici, al risarcimento del danno da liquidarsi in separata sede in favore delle parti civili che si sono costituite, la moglie Stella Piscitelli, Maione Antonio, Immacolata Maione, Vincenzo Maione e Rosa Maione.

Poi Mauro è stato condannato al pagamento delle spese legali più una provvisionale da 100 mila euro a testa per la moglie e i due figli e 20 mila euro per i 2 fratelli del compianto autista.

I fatti sono del 7 novembre 2021 e accaddero presso la pompa di benzina in tenimento di Forchia.

 

Fu un massacro messo in atto

sotto gli occhi delle due dipendenti dell’area di servizio

La vittima venne ricoverata in ospedale dal 22 novembre per una emorragia cerebrale che lo aveva colpito a distanza di diversi giorni dall’episodio. Un’agonia lenta che lo portò al decesso, causato proprio da quei colpi che gli erano stati inferti, il 15 dicembre, come è stato accertato dalla Procura dopo l’autopsia.

 Le due dipendenti del distributore di carburante Ewa dove nella notte tra il 6 e il 7 novembre avvenne l’aggressione sono state ascoltate nel corso delle indagini. Una ha riferito di aver sentito i due urlare e di aver notato Carmine aggredire Maione visibilmente sanguinante.

Era intervenuta per dividerli ma “Carmine” era più forte e la vittima, pur cercando di reagire, non riusciva, nonostante l’intervento di un amico di Maione che pure aveva provato a separarli. La donna riferì anche di aver visto Mauro prendere un oggetto di metallo dietro la 500L con cui aveva raggiunto il distributore e colpire la vittima, che perdeva sangue anche dalla mano.

L’altra dipendente che quella sera era in servizio all’interno del bar annesso al distributore disse  di non aver assistito all’aggressione ma di ricordare l’iniziale atteggiamento amichevole tra la vittima e Mauro, ma di aver notato le condizioni di Giovanni Maione dopo essere rientrato nel bar: “Era tutto sanguinante, perdeva sangue dalla bocca, forse aveva perso qualche dente e anche dalla mano sinistra”.

Davvero un episodio assurdo, una morte orrenda ed ingiusta…