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Il ‘mercimonio’ delle cappelle, uno perde la pazienza ed esclama: “Mi hanno rotto il…”

Santa Maria a Vico. La vicenda del cimitero a Santa Maria a Vico è una macchia indelebile per l’intera comunità. Nell’inchiesta della Guardia di Finanza c’è addirittura un’intercettazione risalente a meno di due anni fa, febbraio 2021.

Uno dei cittadini che attendeva l’iter si rivolge ad un imprenditore della zona interessato alla gara della gestione dei servizi e parla così di Giuseppe Pascarella alias ‘a Livella, gestore dei servizi del sito:

Cittadino: Allora lo mandiamo via a questo da quaggiù

Imprenditore: deve vedere se il Comune lo manda via

Cittadino: Ma questa gara si fa o no?

Imprenditore: Noi la gara la facciamo, comunque si fa

Cittadino: E vedete un po’ di mandare via questo da quaggiù, sta facendo una strage, mo mi fece una una proposta, una nicchia piccolina, 1500 euro.

Imprenditore: Aeee

Cittadino: Quelle comunali. Pero questo (Pascarella), ogni nicchia che vende guadagna 5/600 euro, poi mi disse: ‘tengo una terza fila a 4000 euro’.

Si riferiva alla cappella 18 quella di Carmine De Lucia da Reggio Emilia, arrestato a sua volta.

Poi la fase profetica: “Qualche volta va la Finanza e sequestra tutto”.

L’imprenditore risponde: “No ma là sopra c’è già un’indagine della Finanza, non vi pigliate niente là”.

Alla fine il cittadino stufo dice che farà una denuncia anonima alla Finanza, non ne poteva più e lo afferma chiaramente: “Sinceramente hanno rotto il cazzo”.

Insomma erano esasperati, per altro ‘a Livella doveva vendere a 3500 come gli disse il Carmine De Lucia e prendere ogni volta 400 euro di cresta. Vendendo a 4000 si assicurava ben 900 euro a cappella. Insomma un vero mercimonio quello del cimitero di Santa Maria a Vico, come è stato documentato dall’indagine delle Fiamme gialle.