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La genesi dell’inchiesta sul cimitero e l’intercettazione sugli amici degli amici: “Quella bomba…”

Santa Maria a Vico. Vogliamo spiegare in maniera più dettagliata come nasce l’inchiesta sul cimitero di Santa Maria a Vico che la settimana scorsa ha portato agli arresti di 6 persone:

Pasquale Crisci, consigliere comunale di minoranza e vicepresidente della Provincia in carica, 46 anni; Carmine Liparulo 48 anni detto Schiattubello pluripregiudicato, Giovanni Papa classe 1965, dipendente comunale addetto al cimitero,  Giuseppe Pascarella classe 1979 imprenditore detto a Livella. Carmine De Lucia classe 1968 insegnante di Reggio Emilia.

Chi ci legge con continuità sicuramente può ricordare tutte le anticipazioni che dal settembre del 2021 abbiamo dato in merito alle indagini della DDA di Napoli sulla valle, con epicentro Santa Maria a Vico.

Tutto comincia ad inizio dicembre 2018 con una denuncia effettuata alla Guardia di Finanza da un commerciante vicano nei confronti di un altro dello stesso settore, con accuse precise relative a concorrenza sleale, violenze e via discorrendo.

I finanzieri subito dopo seguono questa pista e mettono sotto controllo questo personaggio, riscontrando che ha rapporti con diversi pregiudicati, alcuni per reati importanti e tra questi il ras Mimmariello Nuzzo.

Una volta arrivati a Mimmariello per gli inquirenti si apre un mondo e i suoi movimenti e le sue parole vengono analizzati dei dettagli.

In pratica dal febbraio 2019 ovunque andasse Mimmariello dietro di lui c’era la Guardia di Finanza.

E infatti negli atti di questa indagine divisa in varie branche, sono intercettati e ci sono praticamente tutti i pregiudicati della zona di Santa Maria a Vico, Arienzo, San Felice e bassa valle Caudina. Vengono intercettati i Cervinari, compreso Filippo, Alessio Biondillo e tutti quelli che furono poi arrestati il primo settembre del 2021 per la vicenda dell’usura con il successivo annullamento dell’ordinanza e le scarcerazioni.

Ci sono anche altri pregiudicati ex boss di spessore criminale imponente, alcuni del clan Mssaro degli anni 2000, diciamo.

Quella parte dell’usura è uno degli ultimi capitoli di questa maxi inchiesta nella valle.

Chiaramente la vicenda del cimitero assume un rilievo importante per via di Mimmariello, che alla prima intercettazione a casa di Caterino si mette a parlare della bomba a Pascarella, quello delle aste, del mese precedente (leggi qui). 

Questo particolare, dopo aver fatto gli opportuni riscontri, incuriosisce ulteriormente chi sta indagando, anche perché durante una conversazione in cui si sta parlando ‘male’ del sindaco di Santa Maria a Vico Nuzzo davanti a Caterino e al dipendente comunale non indagato racconta questo episodio.

Caterino: Però lui (il sindaco) ha tradito sempre tutti quanti

Nuzzo: Sempre tutti quanti e difatti qualcuno già sta un po’ incazzato successe un evento imprevisto e lui fece bordello… scrisse al Prefetto

Caterino: Quello fa sempre questo

Nuzzo: Il fatto della bomba (lo dice sottovoce). Misero… sono amici miei (gesticola che sono suoi amici).

Caterino. E quando è successo?

Nuzzo: Dieci giorni fa

Caterino: Ah la bomba, ho capito

Nuzzo: Il fatto dell’… dell’asta giudiziaria Pascarella

Caterino: E’ recidivo, è recidivo

Dipendente comunale non indagato: Vabbuò, lui ha sempre fatto questo, ti tramala a te e poi...

Poi successivamente, prima di parlare e di tirare in ballo Pasquale Crisci, Nuzzo fa riferimento ad una fotocopia che già aveva, insomma lui aveva già delle carte, sarebbe importante capire da chi le ha prese (non è chiarissimo se le ha avute da Crisci, il dubbio resta), questo non viene mai fuori. Infatti si comincia a parlare della vicenda ad oggetto e cioè quella della cappella 72.

Nuzzo: “Io ce l’ho la fotocopia, io poi ho parlato sempre con Pupetto (soprannome Crisci Pasquale).

Qua c’è l’approccio con Caterino, qui comincia questa vicenda relativa al cimitero, intersecatasi con altri fatti descritti con la prima denuncia effettuata da quell’imprenditore per concorrenza sleale. E’ il 9 febbraio 2019.

Subito dopo per la cappella 72 viene fuori l’estorsione perpetrata quasi 9 anni prima da Liparulo e per la quale il 48enne di San Marco è coinvolto in questa ordinanza. Era rimasta impunita in quanto non denunciata.

Ma viene fuori perché Mimmariello deve ricevere le quietanze per farla acquisire ufficialmente ai 2 Carfora a cui era stata venduta e su cui lui si pappa la tangente come è stato riscontrato.

Insomma un Mimmariello più che Ulisse, in versione cavallo di Troia, aveva ragione Filippo Piscitelli quando diceva che aveva la DDA addosso, era proprio così.

Chiaramente oltre alla vicenda dell’usura quella annullata poi dal Riesame, e oltre a questa del cimitero, ci sono altri fronti aperti e altre intercettazioni, sia a delinquenti, sia a imprenditori della zona ma anche dell’agro aversano e qualche altro politico della zona e del basso Sannio. Vedremo cosa accadrà.

Quello sempre presente è proprio Mimmariello, che per un periodo ha vestito i panni del ras che fa il verso ai colletti bianchi, con l’obiettivo di entrare in tantissime partite ed appalti, sempre con la sua famosa frase “Mi prendo un poco di agibilità (tangente)”. E non solo perchè lo ripete più volte di voler influenzare il voto delle amministrative 2020, dove Crisci però era già battuto in partenza.

Le elezioni a San Felice

Questo in sintesi ciò che accade, praticamente quasi per caso, si va per aprire una finestra e viene fuori la via Lattea. E dato che prima o poi i nodi vengono al pettine e in considerazione di questa maxi inchiesta, secondo noi molti che oggi si stanno attivando per essere protagonisti alle amministrative della vicina San Felice a Cancello, bene farebbero a fare un deciso passo indietro. Altrimenti non ne verremo mai a capo e tra qualche anno rischiamo di essere ancora qui a raccontare una storia simile nel giardino dei dirimpettai.