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“Il ras Nuzzo aveva una forte penetrazione negli uffici comunali e disponeva di carte riservate”

Santa Maria a Vico. Un vero martello pneumatico, l’uccel di bosco e ras del clan Massaro 2.0 Domenico Nuzzo, alias Mimmariello, nel periodo oggetto delle indagini della Guardia di Finanza, per lui una parte del Comune era un libro aperto e spesso veniva di persona.

“Lo faccio male”

Il referente massimo del ras secondo gli inquirenti è l’allora vicesindaco e consigliere comunale Pasquale Crisci, la cui posizione la esamineremo meglio nel proseguo. Mimmariello parla spesso di Pasquale nelle intercettazioni e dice: “Credo che se con me si prende un impegno lo mantiene per due motivi: uno che dopo politicamente lo brucio perché ho la forza pure io… Ed un altro perché lo faccio male… Vi dico proprio la verità.

Questo emerge dagli atti delle indagini, la pressione del 50enne sammarchese notevole sull’imprenditore Caterino della ditta Le Ceneri, andava sempre a casa sua a San Cipriano e la conoscenza di atti ed informazioni riservate inerenti gli uffici.

Subito dopo la pausa estiva Nuzzo il 5 settembre si reca per l’ennesima volta a San Cipriano, richiedendo all’imprenditore informazioni su altre cappelle gentilizie assegnate, avendo rilevato delle incongruenze tra l’elenco consegnatogli dal Caterino e quello agli atti dell’Ente locale.

Connivenze

Scrive il giudice:

“Questo ad ulteriore dimostrazione della rete di connivenze con gli uffici comunali sui cui poteva contare Nuzzo, avendo egli accesso ad informazioni relative a procedimenti amministrativi ai quali risultava estraneo.

Proprio sfruttando tale canale informativo privilegiato il Nuzzo stesso, pienamente a conoscenza di tali procedimenti relativi a contratti di concessione delle cappelle, poteva pertanto chiedere un compenso a coloro che non avevamo ottenuto l’assegnazione della cappella, procurando loro false attestazioni di pagamento”.

Un vero furbone questo Mimmariello, in questa circostanza in merito alle cappelle, i suoi atti sono più completi di quelli di Caterino che è il concessionario.

Scrive il giudice: “Nuzzo risultava dunque in possesso dell’elenco degli assegnatari agli atti del Comune di Santa Maria a Vico, come ancora palesato nel corso della conversazione con il Caterino, laddove l’ordine con il quale questi legge gli assegnatari delle cappelle collima pienamente con quello dell’elenco delle cappelle gentilizie. ‘cimitero nuovo’, acquisito dagli investigatori presso l’Ente locale il 10 dicembre 2020.”.

L’esponente massimo del clan Massaro 2.0 conosceva inoltre la situazione delle assegnazioni, cappella per cappella, entrando anche nei fatti diretti delle famiglie, come le sanatorie ed i versamenti.

Era come giocare la schedina di lunedì

Davvero incredibile, gli inquirenti hanno incrociato con certosina pazienza tutti gli atti e hanno ricostruito la situazione nei dettagli. Per Mimmariello era facile fare soldi, una volta si diceva, è come giocare la schedina al Totocalcio di lunedì.

Scrive il giudice: “Risulta dimostrata la penetrazione del Nuzzo all’interno degli uffici comunali, in particolare con l’ufficio preposto alla stipula dei contratti di assegnazione delle cappelle, da cui aveva evidentemente ricevuto in consegna l’indicata documentazione, la persona del funzionario asservito agli interessi del Nuzzo, per emerso dal complessivo esame delle risultanze delle attività di intercettazione e di acquisizione documentale presso l’ente locale va individuata nell’indagato Giovanni Papa”.

Per altro in una intercettazione Domenico Nuzzo rivela che lui quando si recava sul Comune, per parlare in disparte col vicesindaco andava sopra, all’ultimo piano, dove stanno dei bagni.

Seguiranno agg.