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Sanità al collasso: “I nostri pronto soccorso come quelli di guerra a Kabul”

CASERTA. “Le ‘Case di comunità’? In Campania rischiano di diventare le ‘Case della crudeltà’ dove il cittadino non troverà nessuno se non si provvederà ad un reclutamento speciale di medici, infermieri, operatori socio-sanitari, ingegneri con altri fondi del bilancio regionale”.

E’ una situazione drammatica quella della sanità in Campania per il segretario generale della Funzione Pubblica della Cisl regionale, Lorenzo Medici, il quale lancia un SoS e dice all’ANSA: “I Pronto Soccorso sono diventati come gli ospedali di Kabul, PS di guerra”.

I motivi sono “l’assenza totale di medicina territoriale” e “la carenza di personale”. “In quei luoghi si perde la dignità di pazienti e operatori con gravissimo rischio per la sicurezza: alcune morti sono morti di Stato”. In Campania mancano all’appello, secondo il sindacato, 15-18mila unità tra medici e altri operatori sanitari mentre i ‘viaggi della speranza’ fuori regione costano ai cittadini campani 500mln di euro all’anno e “si deve prendere atto che qui c’è il tasso di mortalità più alto d’Italia: l’aspettativa di vita è in media più bassa di due anni”.

Medici chiede alla Regione Campania – ma anche al governo nazionale – di cambiare rotta investendo risorse nel settore e dando una svolta ponendo uno stop anche alle ‘ingerenze’ della politica nelle nomine dei manager: “La Giunta guidata da De Luca superi una visione ragionieristica pensando alla salute dei cittadini non solo ai conti” sostiene.

“De Luca scarica sul governo: ma visto che la Campania sta per ricevere per il 2023 200 milioni in più sul fondo sanitario – avendo inserito la Conferenza Stato-Regioni anche il criterio della deprivazione socio-economica – il governatore abbia il coraggio di vincolarli per un piano straordinario di assunzioni”.

Situazione difficile per tutta la pubblica amministrazione: “In Campania serve un piano di reclutamento speciale di almeno 150mila unità nel prossimo triennio per garantire i servizi nella PA, dai Comuni alle Asl ad altri enti”. Cisl-Fp in piazza il 14 dicembre a Napoli per chiedere la stabilizzazione di circa 1.500 precari della sanità e sollecitare la ‘internalizzazione’ dei servizi.