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Maxi inchiesta sullo spaccio: 2 i momenti chiave che hanno portato i carabinieri a dama

San Felice a Cancello. Sono due i momenti chiave che hanno portato a quello che noi abbiamo definito il giorno del giudizio e cioè l’arresto del maxi gruppo di spaccio nel segno del ras Filippo Piscitelli, lo scorso aprile.

Due circostanze che hanno indotto i carabinieri del comando provinciale di Caserta ad indagare per stanare quella che è stata definita un’organizzazione piramidale e familiare.

Il primo è senza dubbio l’arresto per una semplice evasione dagli arresti domiciliari in località Costa di Arienzo di Antonio Piscitelli, il 28enne figlio di Filippo ed Elena Rivetti, siamo al 6 giugno 2018. Qui comincia tutto, i carabinieri scoprono i contatti telefonici della famiglia, quindi anche di Antonio, con il padre detenuto. E così avviano le indagini. Da una sciocchezza, un errore banale, da un piccolo e rudimentale telefonino nasce una maxi inchiesta.

Un altro momento chiave che dà il là alla convinzione che è Filippo Piscitelli a muovere le fila è l’arresto dei due fidanzati di Capodiconca, Veronica Red Morgillo e Francesco Iannone detto Pippet, è il 27 agosto del 2019 nella zona caudina, a Rotondi, dove erano andati a fare una consegna di cocaina. Le telefonate di Veronica nei confronti di Filippo Piscitelli risulteranno determinanti per stabilire l’asse di lavoro su cui si è basata l’intera indagine.  In questa circostanza errori macroscopici metteranno i carabinieri sulla buona strada. LEGGI QUI LA CRONACA DELL’ARRESTO DEI DUE FIDANZATI