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Reperti tornati a casa, dal maxi colpo dell’85 manca solo un busto

SANTA MARIA CAPUA VETERE. (Antonio Tagliacozzi) All’appello manca ancora il busto della dea Diana, ma gli altri due reperti archeologici trafugati nella notte del 1985 dall’antiquarium dell’aniteastro campano, grazie all’impegno dei carabinieri per la tutela del patrimonio, sono tornati a casa e sono stati consegnati con atto scritto alla direttrice del museo dell’antica Capua, Ida Gennarelli. Si tratta delle teste in marmo di Settimio Severo e di Dioniso recuperate e sottratte al mercato clandestino americano dei reperti archeologici dove avevano raggiuno una quotazione dai 400 ai 600 mila dollari tanto quanto sarebbero stati disposti a sborsare gli appasionati della materia che avrebbero potuto addirittura commissionare il furto avvenuto 37 anni orsono.

Alla cerimonia di consegna sono intervenuti il generale Roberto Riccardi, comandante il gruppo carabinieri della tutela artistica ed ambientale che nel suo interevento ha  evidenziato l’impegno del’arma che ha controllato milioni file per giungere alla identificazione e localizzazione dei reperti ricercati. Il procuratore capo presso il tribunale di santa Maria, Carmine Renzulli ha sottolineato certamente una carenza di tutela del territorio, dovuta essenzialmente alla vastità delle aree da tutelare, ma che negli ultimi tempi si stanno registrando notevoli successi grazie proprio all’mpegno dello Stato in questo specificio settore.

Particolarmente felice si è detta la direttrice del museo, Ida Gennarelli che ha sottolineato come l’importante patrimonio storico e culturale fa dell’area della grande Capua una risorsa unica e che gratifica questo territorio il più delle volte negletto e abbandonato. Anche il sindaco Antonio Mirra, si è detto particolarmente contento del ritorno a casa delle due effigi auspicando sempre una maggiore attenzione all’immenso patrimonio archeologico che l’antica Capua conserva ancora nel suo sottosuolo.