Skip to main content

Irruzione del baby ras al negozio di animali: “I Piccolo ti vogliono salutare”

MARCIANISE. C’è anche una richiesta estorsiva a un’attività specializzata nella vendita di prodotti per animali nell’ordinanza contro il clan Piccolo. Le indagini hanno monitorato Francesco Piccolo (deceduto prima del blitz) e Gaetano Monica che vengono intercettati mentre vanno al negozio di animali di Marcianise per chiedere il pizzo. Piccolo istruisce così il complic: “Gli devi dire: dite a L*** che deve venire subito da…”. Monica replica: “E se va dall’altro lato?”, riferendosi chiaramente ai Belforte ma il più esperto completo: “a parlare, gli devi dire: ti vuole salutare un caro amico dei Piccolo! Punto”. Monica entra nel negozio e poi riferisce al defunto ras quanto accaduto: “Ha detto no, mi devi dire chi sei. Signora sono Antonio Piccolo ho detto – lui sa dove deve venire. Ha detto: ma io gli devo fare l’appuntamento gli devodire dove?. E non vi preoccupate, ditegli lo vogliono salutare i Piccolo”.

Le accuse

Associazione camorristica, detenzione di armi ed estorsione con il metodo mafioso: sono i reati contestati alle sette persone arrestate all’alba dalla Polizia di Stato su ordine del gip del tribunale di Napoli, e ritenute organiche al clan Piccolo-Letizia operante nel Casertano in particolare nei comuni di Marcianise, Macerata Campania, Capodrise. In carcere sono finiti Agostino Piccolo, Gaetano Monica e Salvatore Letizia (fratello del collaboratore di giustizia Primo Letizia), ai domiciliari  furono messi gli indagati Ottavio Sorbo, Gaetano Viciglione (ora libero), Amedeo Belvisto e Pasquale Regino; un’ottava persona sottoposta ad indagini è invece deceduta nei mesi scorsi.

L’indagine coordinata dalla Distrettuale Antimafia di Napoli e realizzata dalla Squadra Mobile di Caserta, è partita nel 2019 dopo un’altra operazione che ha portato all’arresto dei capi del clan Piccolo, cosca che si contrappone da decenni a colpi di sanguinose faide all’altro storico clan di Marcianise, i Belforte; in quella circostanza finirono agli arresti anche elementi del clan Perreca di Macerata Campania, alleato dei Piccolo.

Dopo il blitz gli inquirenti hanno cercato di capire chi fossero gli altri elementi che di muovevano attorno ai capi, scoprendo l’identità degli incaricati delle richieste estorsive verso gli imprenditori. Sono stati così ricostruiti, anche grazie alle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, numerosi episodi estorsivi. Gli indagati realizzavano intimidazioni armate all’indirizzo degli imprenditori taglieggiati, operanti nei settori più disparati (rivendita di autovetture, edilizia, onoranze funebri, smaltimento di rifiuti, supermercati, abbigliamento, pet food e altro). Le pretese estorsive, che giungevano fino alla somma di 2-3000 euro, da corrispondersi in occasione delle festività natalizie e pasquali, sono culminate talvolta nel danneggiamento, a colpi d’arma da fuoco, delle sedi delle aziende taglieggiate per costringere i titolari a pagare. Nel corso delle indagini sono state sequestrate armi, come una pistola calibro 9ž21 con matricola abrasa completa di caricatore e 16 cartucce.