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Massacrato al distributore sotto gli occhi delle dipendenti: “Picchiato mentre era già sanguinante”

SAN FELICE A CANCELLO. Un massacro messo in atto sotto gli occhi delle due dipendenti dell’area di servizio. Ci sono anche loro tra le persone ascoltate nell’ambito dell’inchiesta sull’uccisione del camionista sanfeliciano Giovanni Maione che ha portato all’arresto di Carmine Mauro, 36 anni, anche lui di San Felice a Cancello (frazione Talanico).

Il giovane è finito agli arresti domiciliari per omicidio preterintenzionale perché ritenuto il presunto autore di un pestaggio sfociato nella morte del camionista di 44 anni deceduto il 15 dicembre dello scorso anno. La vittima venne ricoverata in ospedale dal 22 novembre per una emorragia cerebrale che lo aveva colpito a distanza di diversi giorni dall’episodio accaduto all’interno di un impianto di carburante a Forchia.

Le testimonianze

Le due dipendenti del distributore di carburante Ewa dove nella notte tra il 6 e il 7 novembre è avvenuta l’aggressione sono state ascoltate nel corso delle indagini. Una ha riferito di aver sentito i due urlare e di aver notato Carmine aggredire Maione visibilmente sanguinate.

Era intervenuta per dividerli ma “Carmine” era più forte e la vittima, pur cercando di reagire, non riusciva, nonostante l’intervento di un amico di Maione che pure aveva provato a separarli. La donna ha riferito anche di aver visto Mauro prendere un oggetto di metallo dietro la 500L con cui aveva raggiunto il distributore e colpire la vittima, che perdeva sangue anche dalla mano.

L’altra dipendente che quella sera era in servizio all’interno del bar annesso al distributore ha invece di non aver assistito all’aggressione ma di ricordare l’iniziale atteggiamento amichevole tra la vittima e Mauro, ma di aver notato le condizioni di Giovanni Maione dopo essere rientrato nel bar: “Era tutto sanguinante, perdeva sangue dalla bocca, forse aveva perso qualche dente e anche dalla mano sinistra”.