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Asilo lager, inchiesta si allarga: le denunce ora sono una decina

 

CASAPULLA. Si registrano altre denunce nell’indagine sui maltrattamenti realizzati in un scuola dell’infanzia di Casapulla da tre maestre, che sono state arrestate mercoledì 9 febbraio e sono tuttora agli arresti domiciliari.

Sono infatti già una decina le denunce affluite alla Procura di Santa Maria Capua Vetere dopo l’arresto delle docenti e presentate dai genitori degli alunni che frequentano l’istituto; genitori che probabilmente hanno ricordato atteggiamenti o confidenze fatte dai figli e ritenute magari esagerate o poco attendibili, ma che ora, alla luce soprattutto delle “inequivocabili immagini” delle telecamere piazzate dai carabinieri all’interno delle aule, assumono una valenza diversa. E sembra che altre denunce possano arrivare nei prossimi giorni.

Lunedì scorso le tre docenti sono state sentite dal giudice per le indagini preliminari che le ha fatte arrestare: due di loro, la 28enne Valeria Eliseo (da pochi mesi in servizio nella scuola dell’infanzia) e la 44enne Anna Lucia Spina – difese dagli avvocati Giuseppe Stellato e Gennaro Ciero – hanno ammesso gli addebiti sostenendo che i comportamenti fossero riconducibili allo stress da iper lavoro, mentre la più anziana delle tre, la 47enne Francesca Merola, direttrice della scuola (difesa dall’avvocato Antonio Treppiccione), si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Al giudice Alessandra Grammatica le due maestre hanno anche spiegato di essere state sottoposte a turni di lavoro massacranti, anche di dieci ore, peraltro – hanno sottolineato al giudice pagati 2,5 euro all’ora – e che questo avrebbe ridotto la loro capacità di controllo; hanno dunque scaricato parte delle responsabilità sulla direttrice che avrebbe loro intimato di “farsi rispettare ad ogni costo”.

Elementi di prova sono emersi, oltre che dalle immagini delle telecamere, anche dai messaggi scambiati dalle insegnanti su WhatsApp e dai racconti di altri genitori. L’indagine è stata avviata nell’ottobre scorso dai carabinieri, con il coordinamento della Procura diretta da Carmine Renzulli, in seguito ad alcune segnalazioni poi confermate dai genitori di due sorelline che frequentavano l’istituto, e che poi sono state ritirate dalla scuola, e da un’ex docente.