MARCIANISE. Si è concluso anche il secondo filone in Appello per il procedimento relativo all’operazione Unrra Casas, sullo spaccio nelle palazzine di Marcianise. Erano in sette ad attendere il verdetto: due sono stati scagionati.
La quinta sezione ha riformato la sentenza per De Matteis, al quale è stata concessa la continuazione con altra condanna: gli sono stati inflitti 15 anni e 6 mesi a fronte dei 16 anni e 4 mesi in primo grado. Condanna a 16 anni e 8 mesi per Giulio Ciano (16 anni e 10 mesi in primo grado). I giudici hanno inflitto 3 anni e 6 mesi a Raffaele Corvino e 2 anni a Francesco Martone. Confermata una condanna già disposta in primo grado. Due invece gli assolti, tra i quali Enrico Di Biase.
Nella requisitoria in Appello procuratore generale aveva invocato 16 anni e 8 mesi per Giulio Ciano; 16 anni e 4 mesi per Francesco De Matteis; 2 anni per Francesco Martone; 8 anni e 6 mesi per Raffaele Corvino; 1 anno e 2 mesi per Enrico Di Biase; 1 anno per Carmine Zarillo; 2 anni e 8 mesi per Simmaco Coppola. Nel collegio difensivo gli avvocati Giuseppe Foglia e Pasquale Raucci. Con rito abbreviato erano stati condannati 28 imputati a oltre due secoli di reclusione.
Gli assolti
Scagionati Enrico De Biase e R.T. erano stati coinvolti nell’operazione “unra casas” che aveva svelato alcune piazze di spaccio legate, secondo l’accusa, a famiglie malavitose della zona. Già in primo grado, a fronte di una richiesta di condanna ad 8 anni, il tribunale aveva escluso per i due imputati l’aggravante del metodo mafioso e riconosciuta la lieve entità del fatto con una condanna ad anni 1 e mesi 2 con pena sospesa. Il legale dei due imputati, avvocato Salvatore Gionti, propose appello avverso la predetta sentenza. All’esito del giudizio, la corte di appello di Napoli, ha confermato la sentenza nei confronti di R.T. riformando ed assolvendo, riconoscendo la tenuità del fatto, Enrico De Biase.
L’inchiesta
L’indagine, portata avanti dal mese di settembre 2014 al mese di maggio 2015, mediante servizi di osservazione, controllo e pedinamento nonché attraverso intercettazioni telefoniche, ha permesso di contrastare il dilagante fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti nei comuni di Marcianise, Capodrise e Maddaloni e di accertare la commissione di plurime cessioni di sostanza stupefacente, operate in regime di monopolio avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e omertà di cui all’art. 416 bis, c.p., nonché al fine di agevolare le organizzazioni camorristiche denominate “Belforte” e “Piccolo-Letizia”.
Grazie ad una serie di attività di riscontro, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Marcianise sono riusciti ad individuare, per la prima volta, l’esistenza di un accordo tra i due clan operanti nel comune di Marcianise, “Clan Belforte, detto dei Mazzacane” e “Clan Piccolo-Letizia detto dei Quaqquaroni”, storicamente nemici e la cui rivalità ha prodotto tra la fine degli anni ‘90 e metà degli anni 2000 svariate decine di omicidi, con il quale veniva sancita un’alleanza per la gestione dell’attività illecita dello spaccio di sostanze stupefacenti, con diversi avvicendamenti tra le due famiglie.