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Valle di Suessola mortificata: in nome del Covid è stata decretata la chiusura dell’ospedale

Valle di Suessola. Oramai il dado è tratto, l’ospedale Ave Gratia Plena di San Felice a Cancello è da considerarsi chiuso.

In nome del Covid l’Asl ha messo fine all’unico baluardo di assistenza per tutta la Valle di Suessola.

Questa mattina chi doveva fare un elettrocardiogramma ad esempio è rimasto con le pile nel sacco, così come per altri tipi di servizi che venivano effettuati.

Infatti è di oggi la notizia  dell’interruzione delle prestazioni sanitarie erogate nei locali ambulatoriali del Nosocomio, che nega di fatto, un’ulteriore assistenza ai cittadini.

Ormai avere assistenza sanitaria è solo roba da ricchi, che hanno la possibilità di rivolgersi a strutture private. Alla solitudine sociale alla quale ci ha abituato il COVID, si aggiunge un senso di sgomento di una comunità dove la sanità appare oltremodo mortificata.

 

Ricordiamo ancora i recenti discorsi pre-elettorali nazionali e locali di chi prometteva un immediato rafforzamento degli ospedali, del territorio (vedi Carta di Matera) in nome del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Si, si è tanto parlato di resilienza, ossia la capacità di affrontare e superare un periodo di difficoltà, ma qui, nella valle, è solo sopravvivenza. Ormai è negato qualsiasi diritto fondamentale alla cura.  Ognuno fa come può. Si è chiesto di stringere i denti per assistere i pazienti Covid, ma in nome di ciò due ospedali, quello di Maddaloni e San Felice, sono stati di fatto esclusi dall’assistenza lasciando un’enorme comunità priva della dignità di essere assistita.

 

Bisognava opporre resistenza

 

Il 13 gennaio i Sindaci di Santa Maria a Vico, San Felice a Cancello e Cervino nell’ottenere rassicurazioni a medio lungo termine dal direttore dell’Asl, avrebbero dovuto puntare maggiormente i piedi, senza scendere a patti.

Per questo abbiamo sostenuto la manifestazione del sindaco di Arienzo che ha avuto il supporto della diocesi di Acerra e dei dipendenti dell’ospedale. Una posizione completamente diversa la sua.

Auspichiamo una maggiore compattezza e una discesa in campo in blocco.

La comunità della valle, non vuole accettare passivamente le scelte di quanto è stato ratificato. Nello spirito di collaborazione si è accettato di stringere i denti, ma non si può chiedere di sacrificare la salute di padri, madri e figli a favore di altre comunità dove tutto è rimasto garantito.

Che lo sappia anche il governatore De Luca, che dalla Regione chiude ed apre ospedali e scuole e a suo piacimento. Che lo sappia chi nella valle ha preso l’onere di rappresentare le istanze della comunità e chi avrebbe dovuto, soprattutto ora, alzare la voce.

Anche il Covid passerà, statene pur certi, però nessuno dimenticherà quanto fatto in questi mesi dove i rappresentanti delle istituzioni avrebbero dovuto tutelare il nostro territorio ed invece hanno lasciato mano libera all’Asl che ha svuotato il presidio.