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Aveta vuole svolta green: “Città invivibile”. E punta su sport e istruzione

 

SANTA MARIA CAPUA VETERE. «Santa Maria Capua Vetere ha bisogno di cambiare davvero. Ha bisogno di un approccio nuovo, che guardi con attenzione alla vivibilità, all’innovazione, all’ambiente. Ha bisogno di una “visione” ecologista».

Il candidato sindaco Raffaele Aveta guarda con orgoglio alla sua storia “green” e alla sua militanza ambientalista e spiega: «Tutto il mondo si sta accorgendo oggi di quanto sia necessaria un’attenzione senza precedenti all’ambiente. Eppure c’è ancora chi, legato a vecchi schemi superati dalla storia, tenta di ridicolizzare chi vuole impegnarsi per una città vivibile, innovativa e verde, offendendo non tanto i candidati ma le migliaia di cittadini che sono sensibili a questo tema. E, quando parlo di ecologia, non intendo solo un’ecologia in senso stretto, quella del territorio, dell’aria che respiriamo, del mondo che vogliamo lasciare ai nostri figli. Parlo anche di una ecologia della politica, di un’idea di città che riconosce i diritti, che tutela i più deboli, che garantisce la sicurezza dei cittadini, che scommette sui giovani».

È con questa impostazione che il programma di Aveta punta molto in alto: «Oltre alla candidatura a “capitale italiana della cultura 2025”, la coalizione ha l’obiettivo di lavorare per rendere Santa Maria Capua Vetere “la città più verde della Campania”, riferendosi alla piantumazione di alberi, alla creazione di nuove aree verdi, alla riduzione del consumo di suolo con uno “stop” a nuovi inutili palazzi. Il Puc predisposto dalla stessa amministrazione-per-fortuna-uscente riconosce un deficit impressionante di standard urbanistici pari a quasi 123mila metri quadrati, soprattutto per quanto riguarda il verde pubblico attrezzato, lo sport e l’istruzione, con una carenza enorme rispetto alla popolazione residente.

È su questo “gap” che bisogna intervenire seriamente, con decisione e con urgenza, spingendosi molto al di là degli standard minimi imposti dalla legge e mai rispettati, molto più in là di quanto preveda lo stesso piano urbanistico comunale. Una città che non ha sufficienti aree verdi, adeguati spazi per lo sport e addirittura istituti scolastici carenti (ripeto, come dice la stessa amministrazione-per-fortuna-uscente nel Puc, non io) è una città destinata a morire in breve tempo, è una città invivibile, è una città che non scommette sulla bellezza, sulla felicità, sulla crescita, sul futuro. Noi vogliamo impegnarci per invertire questa tendenza!»