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“Veni, vidi, vici…”. Le tappe che hanno portato alla nomina in giunta di Iodice

Macerata Campania. Parole davvero dure espresse sui social dall’ormai ex assessore Ilaria Di Matteo.

Ma come è cominciata questa sorta di emergenza per il sindaco Stefano Cioffi?

 

 

Il dissidio in maggioranza parte da lontano, ovvero dal giorno in cui il primo cittadino ha reso noti i componenti della giunta alla maggioranza.

 

I tre ultimi eletti, furiosi per non essere stati “accontentati”, studiano da subito le contromosse: disertano il primo Consiglio comunale e poi costituiscono poi un gruppo autonomo.

 

La richiesta è da subito chiara: vogliamo l’assessore, e fin qui può essere politicamente legittimo, ma lo vogliamo subito (!), qui la richiesta appare eccessiva.

Protocollano varie richieste al Sindaco, dialogano costantemente con l’opposizione (oggi Girolamo Savonarola sembra che cadi dal pero), finché arriva il loro giorno fortunato: per motivi ancora avvolti nel mistero, il presidente del Consiglio Tavano li sostiene.

Prova dell’atto di fedeltà è il voto con l’opposizione della mozione sulla Commissione Patrimonio.

 

Sono ormai 4 e possono dettare condizioni. A questo punto il sindaco inizia concretamente a temere per i numeri necessari per l’approvazione del Bilancio, altrimenti si va a casa.

 

La maggioranza, che fino alla manzoniana “conversione” del Tavano alla corte del Savonarola, ha sempre sostenuto l’assessore Ilaria Di Matteo, perché la Giunta è stata composta secondo la volontà popolare espressa col voto, è rimasta completamente spiazzata dal Sindaco, che con Decreto ha deciso autonomamente il mini rimpasto, reso noto addirittura prima dall’opposizione con Girolamo Savonarola, salvo poi fare la parte dell’indignato insieme ad Antonietta Nacca.

 

Ad oggi nessuna posizione assunta da Impegno Comune, forse lo stratega Cipro ha difficoltà ad esprimersi contro coloro con cui fino ad oggi si è in parte relazionato? Ma non avevano incentrato la loro campagna elettorale contro la vecchia politica?