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Pineta Grande, patron si difende in aula: “Assunzioni legittime”

 

CASTEL VOLTURNO.  Ha rigettato ogni accusa di corruzione l’imprenditore della sanita’ Vincenzo Schiavone nel corso dell’esame sostenuto davanti al Gup del tribunale di Santa Maria Capua Vetere Orazio Rossi. L’udienza preliminare riguarda l’indagine della Procura di Santa Maria Capua Vetere sui presunti illeciti consumatisi attorno ai lavori di ampliamento della clinica Pineta Grande di Castel Volturno.

Gli altri imputati

Con Schiavone, proprietario della clinica Pineta Grande e di diverse strutture sanitarie situate in Campania, figurano altri trentacinque imputati, che rispondono, a vario titolo, di corruzione, falso, indebita induzione; vi sono alcuni collaboratori di Schiavone, i funzionari della Regione Campania Antonio Postiglione (dirigente del settore sanita’), Antonio Podda e Arturo Romano, il presidente di Aiop Campania (Associazione Italiana Ospedalita’ Privata) Sergio Crispino, l’ex sindaco di Castel Volturno Dimitri Russo con parte della sua giunta e alcuni ex consiglieri comunali, l’ex direttore generale dell’Asl di Caserta Mario De Biasio con cinque dipendenti, l’ex Sovrintendente di Caserta e Benevento Salvatore Buonomo e il funzionario Giuseppe Schiavone. Per tutti la Procura guidata da Maria Antonietta Troncone ha chiesto il rinvio a giudizio.

La parola a Schiavone

L’imprenditore ha concluso il suo esame parlando delle assunzioni fatte nelle sue cliniche, alcune delle quali – sei per la precisione – sarebbero per la Procura il prezzo dello “scambio” con gli atti ritenuti illegittimi di Comune e Regione, che hanno autorizzato Schiavone ad ampliare la clinica e aumentare i posti letto. Per gli inquirenti in particolare Schiavone avrebbe assunto parenti e amici di funzionari comunali e regionali. “Le assunzioni ritenute irregolari, sei su centinaia fatte da me – ha spiegato Schiavone – non sono in alcun modo collegate, come sostiene la Procura, agli atti pubblici ritenuti illegittimi. Ho assunto tante persone, ovviamente attingendo dal territorio, e alcuni medici la cui assunzione e’ ritenuta irregolare se ne sono anche andati, trovando lavoro in altre strutture. Inoltre tutte le assunzioni sono state fatte sempre per esigenze organizzative interne, dunque perche’ servivano al funzionamento delle cliniche, e non per altri scopi”. Schiavone, difeso da Giuseppe Stellato e Claudio Sgambato, ha anche sottolineato la “piena legittimita’ dei rapporti con l’Aiop (Associazione Italiana Ospedalita’ Privata) e la Regione Campania”.

In aula tra due settimane

L’udienza preliminare e’ stata aggiornata al 6 maggio prossimo per eventuali richieste istruttorie degli avvocati degli imputati, poi in un’altra udienza, probabilmente tra meta’ e fine maggio, potrebbe arrivare la decisione sull’eventuale rinvio a giudizio dei 36 imputati.