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“Non aveva alcun interesse nel centro commerciale”: pentiti ridimensionati sull’affare Cosentino

 

CASAL DI PRINCIPE.  Nicola Cosentino non aveva alcun interesse nella realizzazione del centro commerciale “Il Principe”, e i collaboratori di giustizia che hanno paventato un suo coinvolgimento nella vicenda, tra cui Nicola Schiavone, figlio del padrino dei Casalesi Francesco “Sandokan” Schiavone, hanno reso dichiarazioni imprecise e generiche, in alcuni casi non riscontrate, in altri addirittura smentite dalla “emergenze istruttorie”.

 

E’ quanto emerge dalle motivazioni della sentenza d’appello del processo “Il Principe e la Scheda Ballerina”, che ha assolto nel settembre scorso l’ex sottosegretario all’Economia del Governo Berlusconi e uomo forte di Forza Italia in Campania Nicola Cosentino – difeso da Stefano Montone, Agostino De Caro ed Elena Lepre – dall’accusa di tentato impiego di capitali illeciti con l’aggravante mafiosa in relazione alla costruzione a Casal di Principe di un centro commerciale voluto dal clan dei Casalesi, ma mai edificato.

 

In primo grado, Cosentino fu condannato dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere a cinque anni di reclusione.