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Ristoranti aperti in zona rossa: il buco nel Dpcm che lascia spazio ai furbetti

Lo avevamo scritto lo scorso 5 marzo, molti ristoranti stanno aggirando il Dpcm trasformandosi in mense per aziende, anche piccole.

Avevamo messo in evidenza un caso specifico di un locale ubicato nel territorio di Marcianise.

 

C’è un vero e proprio buco nel Dpcm, che permette ai furbi di lavorare, lo ha sottolineato ieri con un articolo completo anche Il Fatto Quotidiano (LEGGI QUI).

Ecco cosa hanno detto:

Lavorare a pieno regime, servendo i clienti al tavolo, nonostante il ristorante sia in zona arancione o rossa. E senza rischiare multe. Basta trasformarsi in mensa, firmando un contratto con un’azienda che dichiara di aver bisogno di far mangiare i propri dipendenti. Perché tutti i Dpcm con le restrizioni anti contagio – compreso l’ultimo, firmato da Mario Draghi – consentono esplicitamente di continuare a svolgere le attività di “mense e catering continuativo su base contrattuale” a patto che siano rispettate la distanza di sicurezza e le eventuali linee guida locali. Una vistosa deroga che, senza controlli a tappeto e con i ristoratori che ancora attendono i nuovi aiuti del governo, si trasforma facilmente in un escamotage per aggirare norme indispensabili per arginare il Covid. Problema non secondario ora che l’Italia si prepara a passare interamente in rosso e arancione e le terapie intensive hanno superato il livello di guardia.

E’ anche una questione di codice Ateco, molti lo hanno cambiato proprio per continuare a lavorare. Al Nord comunque quello della mensa sta diventando una pratica diffusa.

LEGGI QUI IL CASO DI MARCIANISE