SAN CIPRIANO D’AVERSA. Se la cava con poco Salvatore Salzillo, il 43enne accusato di detenzione illegale di arma da fuoco e protagonista della lite con l’ex politico sanciprianese Luca Cioffo, sfociata poi negli spari. L’episodio avvenne lo scorso luglio dopo una cena.
Il gup del tribunale di Napoli Iagulli, al termine del processo con rito abbreviato, ha condannato Salzillo solo per la detenzione dell’arma illegale assolvendolo dall’accusa di lesioni: a fronte di una richiesta di 6 anni invocata dal pm nella requisitoria, al 43enne è stata inflitta la pena di un anno e 4 mesi di reclusione: accolta la tesi del difensore di Salzillo, l’avvocato Paolo Caterino.
Salzillo venne trovato in possesso di un fucile con matricola abrasa, custodito nell’abitazione di via Vivaldi: i militari arrivarono però alla “doppietta” illegale solo all’atto finale di un intervento teso a riportare la calma dopo una lite finita a fucilate. Ad affrontarsi in strada poco dopo una cena lui e l’ex politico Luca Cioffo. Il 43enne, dopo una lite per futili motivi, imbracciò l’arma rivolgendola verso il punto in cui c’erano Cioffo e suo fratello. Proprio l’intervento di quest’ultimo avrebbe spostato la mira del fucile dal quale partirono due colpi per fortuna esplosi verso il cielo. Nella colluttazione lo stesso Cioffo si sarebbe procurato una ferita alla mano.