L’AGGIORMAMENTO
PORTICO DI CASERTA/RECALE/CASAGIOVE. Ci sono anche due cinquantenni tra le persone colpite questa mattina da misura cautelare nell’ambito dell’inchiesta sullo spaccio nei Comuni dell’Appia.
I carabinieri della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere hanno notificato l’ordinanza dell’obbligo di dimora nel Comune di residenza nei confronti di due 50enni: si tratta di Vincenzo Diana di Recale e Francesco Tessitore di Casagiove. Ai domiciliari invece il 20enne Leon Bifone che martedì mattina comparirà davanti al gip sammaritano Orazio Rossi per l’interrogatorio di garanzia. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Angelo Raucci e Renato Iappelli.
L’AGGIORNAMENTO
PORTICO DI CASERTA/SANTA MARIA CAPUA VETERE. C’è anche un nome eccellente tra i 6 destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare notificata oggi dai carabinieri sammaritani: si tratta di Leon Bifone, 20 anni, figlio di Mario Bifone e nipote dello storico ex boss di Portico di Caserta Antonio detto “Zuzù”, pentitosi negli anni scorsi.
Per Leon Bifone, assistito dall’avvocato Angelo Raucci, sono scattati gli arresti domiciliari.
IL PRIMO LANCIO
Santa Maria Capua Vetere. Nella mattinata odierna, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari degli arresti domiciliari e dell’obbligo di dimora, emessa dall’Ufficio GIP del locale Tribunale, su conforme richiesta di questa Procura della Repubblica, nei confronti di sei indagati, gravemente indiziati, a vario titolo, di plurimi episodi, anche in concorso, di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, prevalentemente cocaina, marijuana e hashish, ex artt. 110 c.p. e 73 D.P.R. n. 309/1990.
La misura odierna riflette gli esiti di complessa e serrata attività investigativa, coordinata da questa Procura della Repubblica, che ha consentito di fare luce su diversi episodi di spaccio consumati con modalità continuative ed itineranti, nei comuni di Santa Maria Capua Vetere (CE), San Prisco (CE) e San Tammaro (CE), Casagiove (CE), Pontelatone (CE), Capua (CE), Macerata Campania, Portico di Caserta (CE), Casapulla (CE), Curti (CE), Recale (CE), tra i mesi di novembre 2018 e ottobre 2019. L’attività investigativa e stata sviluppata mediante intercettazioni telefoniche e ambientali correlate all’analisi dei tracciati GPS, nonché attraverso attività di riscontro realizzate dalla Polizia Giudiziaria a margine di mirati servizi di osservazione e pedinamento.
L’impianto indiziario, integrante i presupposti cautelari, e stato, poi, avallato dalle dettagliate informazioni offerte da alcuni acquirenti/consumatori finali dello stupefacente. I contenuti delle conversazioni captate, che avvenivano attraverso un linguaggio criptico e convenzionale, decodificato dai Carabinieri (lo stupefacente veniva indicato facendo ricorso a termini del tipo “pezzo”, “maglietta”, “caffe”, “birra”) hanno consentito di appurare e fotografare le modalità con cui gli indagati realizzavano l’illecita attivita.