CASTEL VOLTURNO. La tromba d’aria che si è abbattuta su Castel Volturno lo scorso 27 settembre ha lasciato cumuli di detriti pericolosi in località Lago Patria.
A sollevare a più riprese la questione, mai risolta da parte dell’amministrazione comunale, è stato Giuseppe Miele, Presidente del Comitato spontaneo Lago Patria. Presentata formale richiesta di rimozione dei rifiuti dalle strade colpite dalla calamità naturale, i residenti hanno incassato insieme a Miele un netto rifiuto da parte del sindaco Petrella, il quale ha giustificato la mancata rimozione adducendo a motivazione una presunta proprietà privata delle diverse arterie cittadine.
Da successivi controlli effettuati da Cesare Diana, responsabile dell’associazione C’entro, è invece emerso che le strade sono pubbliche, così Miele, stanco delle chiacchiere e dell’inerzia del sindaco, ha interpellato la Regione, ottenendo un documento ufficiale che attesta che i detriti devono essere rimossi dal Comune di Castel Volturno. Intanto, il primo cittadino risultato positivo al covid è finito in quarantena, a sostituirlo il vicesindaco Pasquale Marrandino, che si è attivato per cercare di risolvere la situazione. Un camion per la rimozione dei rifiuti è stato inviato sul posto, ma ad essere prelevato è stato solo il legno, mentre i rifiuti speciali – come guaina e calcinacci – sono stati lasciati lungo le strade, scatenando la rabbia di Miele e di tutti i residenti, che hanno dichiarato di “essere stati presi in giro”.
Una triplice soluzione al problema è stata fornita da Cesare Diana, che ha sottoposto all’attenzione del vicesindaco più opzioni per la rimozione in sicurezza del materiale.
“Il regolamento per lo smaltimento – afferma Diana – prevede che il privato possa depositare presso l’isola ecologica i rifiuti, pertanto, in una logica prettamente collaborativa, l’associazione C’entro può occuparsi del trasferimento e del deposito del materiale, fermo restando l’addebito al comune dei costi per il carburante da utilizzare per la tratta Castel Volturno – Cancello ed Arnone, poiché – sottolinea – l’amministrazione purtroppo, non ha mai realizzato la seconda isola ecologica”.
“Oppure – continua Diana – il presidente del Consiglio comunale, proprietario dell’Eco Frantoio, sempre nell’ottica di una fattiva collaborazione, può attivarsi in tal senso.”
“In alternativa – conclude – alla luce di quanto sta avvenendo altrove con gesti di solidarietà da parte degli amministratori pubblici, i rappresentanti dei cittadini possono devolvere parte o tutta l’indennità – a seconda della situazione economica personale – per aiutare la comunità a risolvere diversi problemi, compreso quello dei rifiuti pericolosi lasciati in strada.”
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