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Boss ucciso, 23enne in cella: l’ultima telefonata e la donna contesa insieme allo spaccio

 

Boss ucciso, 23enne in cella: l’ultima telefonata e la donna contesa insieme allo spaccio

 

VALLE CAUDINA. E’ da ieri sera in carcere con l’accusa di omicidio volontario Gianluca Di Matola, 23 anni di San Martino Valle Caudina, accusato di aver ucciso il boss Orazio De Paola. E’ stato fermato dai carabinieri nei pressi del casello autostradale di Roma Nord. Era fuggito in auto con due familiari subito dopo aver esploso cinque colpi di pistola contro il 58enne reggente del clan Pagnozzi. Tra i due nei giorni precedenti c’era stato un litigio e Di Matola, piccolo pregiudicato per spaccio di droga, non aveva sopportato l’umiliazione.

 

Ieri mattina il 23enne fermato dai carabinieri ha telefonato a De Paola con tono minaccioso e, per tutta risposta, il boss, che non intendeva cedere il controllo del mercato della droga a piccoli gruppi criminali che si erano organizzati approfittando delle difficolta’ del clan Pagnozzi, decimati da arresti e condanne, in sella a una bici elettrica ha raggiunto via Castagneto a San Martino Valle Caudina probabilmente per ristabilire una la ‘corretta’ gerarchia. De Paola si e’ trovato pero’ di fronte un giovane armato che non ha esitato a sparare.
Questa la ricostruzione dei militari dell’Arma del comando provinciale di Avellino che in poche ore hanno risolto il caso, utilizzando i filmati dell’impianto di videosorveglianza comunale, che ha immortalato la fuga di Di Matola e alle testimonianze di alcune persone che hanno aiutato a ricostruire i rapporti tra lui e la vittima. Tuttavia nelle ultime ore si sta facendo largo anche l’ipotesi del delitto a sfondo passionale con una donna contesa tra i due. Una pista investigativa che viene vagliata con attenzione insieme ad altre.
Di Matola sara’ ascoltato dal gip del tribunale di Avellino per la convalida del fermo. E sempre il gip gia’ domani potrebbe affidare l’incarico per l’autopsia sul corpo di De Paola.