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Le mire della fazione Belforte anche nell’area del clan Massaro: andavano da tutti

Cervino. La fazione D’Albenzio dei Belforte nel giro di un anno e mezzo ha lavorato tanto anche nel Comune di Cervino, sia nella località capoluogo che nella frazione Messercola.

Tantissime le attività a cui è stata chiesta la tangente, ad altri sono stati chiesti regali e offerte in derrate alimentari.

Il piccolo negozio, il bar, il ristorante, l’azienda, non andavano troppo per il sottile, bisognava far soldi, spesso venivano minacciati con le armi.

La sensazione chiara è che, come si evince dalle carte, il gruppo era più corposo. Molti colonnelli di ‘ o Faraone sono ancora in libertà, potrebbe quindi esserci una seconda tranche.

 

Non è nemmeno da escludere che il 49enne di Montedecore si sia spinto anche oltre il tradizionale confine.

Storicamente il clan Belforte a livello territoriale arrivava fino alla zona Ponte Grotta. A seguire c’è sempre stato il tenimento di influenza del clan Massaro.

Non è invece da escludere che siano andati a bussare almeno fino a Santa Maria a Vico. Molti, intimoriti, hanno pagato, ma tanti hanno anche denunciato o segnalato queste incursioni.

A Cervino il referente era Giuseppe Amato detto Peppe la toppa, almeno fino a quando non fu arrestato per la seconda volta per droga (Tra le accuse a suo carico anche quella detenzione di un’arma). E’ proprio lui che riesce a concludere l’estorsione di 500 euro presso un noto negozio della sua zona, Cervino capoluogo.

A Natale 2018 la rata di 500 euro viene pagata. Nel marzo dello scorso anno, prima di Pasqua, Amato sta in carcere e nello stesso negozio, arriva Dino Spallieri, che girava a bordo di un maggiolone grigio.

Il commerciante si rifiuta di pagare e minaccia Spallieri che la prossima volta che si sarebbe presentato avrebbe trovato la polizia.