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Tre medici di famiglia in isolamento nel Casertano

 

CASERTA. Ci sono le storie dei pazienti e poi ci sono le loro. Un passo indietro, al loro fianco. Quelli che tra Lodi e Cremona stanno affrontando la battaglia in prima linea sono stati definiti eroi, ma la categoria dei medici sta pagando un tributo importante a tutti i livelli sul fronte Coronavirus.

In Campania al momento non si registrano camici bianchi contagiati, ma in quarantena sono già finiti quattro medici di base. Uno è di Pozzuoli, gli altri tre sono tutti del Casertano. Hanno avuto contatti, inevitabili vista la professione, con contagiati e per questo per loro è stata disposta la quarantena.  Una situazione purtroppo inevitabile e che in Italia, secondo i dati in possesso delle organizzazioni di categoria, riguarda già 80 medici di famiglia.

 

”Bisogna istituire unità speciali territoriali per il coordinamento delle attività dei medici di famiglia al fine di evitare il più possibile il contagio e la quarantena degli stessi in seguito alla loro attività” ha dichiarato la vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera, Michela Rostan.

“Occorre ridurre la possibilità per i medici di contatto con i pazienti considerati ad alto rischio attraverso la razionalizzazione del servizio, la dotazione dei dispositivi di protezione individuale e formando le unità speciali sulla base di schede di valutazione dei pazienti dei medici di famiglia”.

“L’appello lanciato dal presidente della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), Silvestro Scotti, che segnala già ottanta medici di famiglia in quarantena con un potenziale di circa 120mila cittadini rimasti senza medico, non sia sottovalutato. In questo momento non possiamo consentirci di perdere neanche una unità di personale sanitario. A partire dalle aree più a rischio è necessario affidare le attività attraverso una turnazione che consenta di potenziare la continuità assistenziale in totale sicurezza. Razionalizzando l’uso dei dispositivi individuali di prevenzione e limitando i contatti ai pazienti a rischio”.

 

”Se andiamo avanti così – ha proseguito la deputata di Italia Viva – avremo sempre più cittadini in cerca di assistenza sanitaria e sempre più medici in quarantena ai quali, allo stato attuale, non vengono fatti i tamponi e magari stanno bene e potrebbero continuare a dare il loro supporto in questa difficilissima battaglia contro il virus”.