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Ricostruita la follia: spinte al direttore, poi il pugno all’operatore. Ecco dove hanno teso l’agguato…

L’aggiornamento

San Felice a Cancello. Una troupe di Videoinformazioni, agenzia giornalistica di produzione di servizi per telegiornali, è stata aggredita a San Felice a Cancello  i reporter si erano recati per documentare le operazioni di vigili del fuoco e polizia Metropolitana che hanno scoperto in una cava in disuso un vero e proprio ‘lago di rifiutì. Giunti sul posto i due giornalisti, l’operatore video Alessandro Jovane ed il responsabile dell’agenzia Pierpaolo Petino, sono stati avvicinati da alcune persone presenti all’ingresso della rimessa che ospitava la cava spintonati e presi a pugni.

Per Jovane, raggiunto da un pugno al volto, è stata chiamata un’ambulanza che lo ha condotto nel vicino ospedale di Maddaloni. Contattato al telefono dall’ANSA Jovane ha spiegato di essersi mosso verso gli aggressori per soccorrere Petino spinto a terra da uno dei presenti ma di essere stato colpito appena arrivato in prossimità del gruppo.

San Felice a Cancello. Brutta pagina quest’oggi per San Felice. E’ finito all’ospedale fortunatamente solo per ferite lievi l’operatore che quest’oggi è stato malmenato mentre stava lavorando ad un servizio per il telegiornale sul blitz al laghetto di località Tavernole.

Il 49enne operatore, originario di Salerno, è stato accompagnato all’ospedale di Maddaloni dove è stato medicato a seguito dell’aggressione subita. Indagini in corso per risalire agli autori del vile gesto. Al collega tutta la nostra solidarietà.

L’aggiornamento

San Felice a Cancello. Notizie poco edificanti arrivano da località Tavernole dove è in atto da questa mattina l’ispezione di vigili del fuoco e polizia locale al laghetto. Una troupe è stata infatti assalita da un gruppo di residenti: nel corso dell’aggressione sarebbero volati anche diversi colpi.

San Felice a Cancello. La Polizia metropolitana di Napoli e i Vigili del Fuoco di Caserta sono impegnati da questa mattina in attività di verifica di rifiuti pericolosi e non raccolti all’interno di un invaso di oltre 10mila mq e di una cava di 5mila mq nel comune di San Felice a Cancello.

L’area è stata posta sotto sequestro circa un mese fa, nell’ambito di indagini avviate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere ed eseguite dalla Polizia metropolitana di Napoli. Sono in corso ulteriori verifiche per determinare la natura dei rifiuti stipati ed eventuali conseguenze derivanti dallo stoccaggio abusivo, quali il possibile inquinamento delle falde. Sono inoltre in corso accertamenti anche sulla proprietà della cava e dell’invaso.

Le analisi delle acque si stanno svolgendo in collaborazione con l’Arpac per verificare eventuali presenze di sostanze tossiche, la loro provenienza ed eventuali infiltrazioni nella falda acquifera. Nel corso delle attività sono stati ritrovati rifiuti di ogni genere, inclusi elettrodomestici ed enormi quantità di plastica, materiali di risulta e amianto.

L’aggiornamento

San Felice a Cancello. I vigili del fuoco di Caserta sono impegnati, da questa mattina, in attività di ricerca di rifiuti in una cava dismessa di San Felice a Cancello. L’operazione è stata ordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.

In particolare i vigili del fuoco stanno scandagliando con i gommoni un bacino d’acqua sotterraneo, posto ad una decina di metri di profondità dalla superficie della cava (denominata Cava Giglio); in azione anche i sub, che con una telecamera stanno controllando il fondale, dove sarebbero stati gettati rifiuti. Nel bacino sono state già rinvenute carcasse galleggianti d’auto, insieme ad elettrodomestici e plastica.

IL PRIMO LANCIO

San Felice a Cancello. Una maxi operazione è in atto in questi minuti a San Felice in località Tavernole. I vigili del fuoco stanno infatti dragando con un canotto la zona del laghetto artificiale. Insieme ai pompieri, presenti in dieci unità, ci sono i carabinieri e gli ispettori dell’Arpac.

L’intervento è ancora in corso e sta andando avanti a circa due mesi dall’ultimo blitz in zona quando scattò il sequestro proprio nell’area del laghetto artificiale di circa 5.000 mq formatosi in una cava di tufo dismessa; dalle sponde affioravano rifiuti e materiale di risulta.

Contestualmente al sequestro furono attività di campionatura delle acque e del terreno.

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