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Sindaco ucciso, spunta altro testimone: “Cioffi con Bmw regalata dal clan: volevano spacciare in Cilento “. IL VIDEO

Caserta. Spunta un altro testimone nella vicenda di Lazzaro Cioffi e dell’eventuale collegamento con l’omicidio di Angelo Vassallo per il quale l’ex carabiniere resta l’unico indagato. Nella serata di ieri Le Iene hanno mandato in onda un secondo servizio sulla vicenda, realizzato da Giulio Golia, nel quale si fa riferimento alla lettera anonima arrivata in redazione che ha fatto emergere nuovi dettagli.

Golia ha sentito un testimone rimasto senza identità ma che è già stato sentito dalla Procura nel 2005, dodici anni prima dell’arresto di Cioffi. “Ho paura di fare la fine di Vassallo. Già sono stato minacciato dopo gli arresti” ha raccontato l’uomo che però ha svelato altri particolari. “Cioffi? Era un puzzato di fame…il clan poi gli regalò una Bmw X5”. L’uomo ha anche raccontato di quando Cioffi si presentò accompagnato dal colonnello Cagnazzo per essere sentito e proprio il suo superiore – secondo la versione del testimone – avrebbe garantito sull’integrità morale di “Marcolino”. Una ricostruzione ricusata dallo stesso Cagnazzo.

Nella lettera sono emersi anche rapporti tra carabinieri e pregiudicati della zona di Caivano e la presunta volontà del ras Pasquale Fucito detto “o’ Marziano” di aprire una piazza di spaccio in Cilento, precisamente ad Acciaroli, proprio nell’estate in cui venne ucciso il sindaco Vassallo. Elementi al momento che non hanno avuto alcun riscontro dalla magistratura visto che, come ribadiamo, l’unico indagato resta l’ex carabiniere di Casagiove Lazzaro Cioffi, sposato con la chef maddalonese Emilia D’Albenzio e per 17 anni in servizio a Castello di Cisterna.

Il primo servizio

A nove anni dal delitto che sconvolse la Campania restano tanti misteri irrisolti, nessun colpevole  e un solo nome iscritto nel registro degli indagati per l’omicidio del sindaco di Pollica Angelo Vassallo. Il nome di Lazzaro Cioffi, l’ex brigadiere originario di Casagiove e in servizio per 17 anni a Castello di Cisterna, è rimbalzato anche nel primo servizio realizzato da Giulio Golia e trasmesso da “Le Iene” sul misterioso assassinio del sindaco pescatore.

Un lavoro certosino nel quale Golia ha sentito tutti: la moglie di Vassallo, i figli, i fratelli, gli amici, ma anche Fabio Cagnazzo, colonnello dei carabinieri ora al comando provinciale di Frosinone e che si attivò nelle indagini benchè fosse solo in vacanza ad Acciaroli. Cagnazzo, estraneo all’inchiesta, ha lavorato per anni proprio con Cioffi, l’unico indagato. “Gli ho voluto bene tantissimo, ma è un coglione. Ha sbagliato pagherà” ha confessato a Golia. “Cioffi non è stato lui, era troppo ignorante. Da solo non si comprava neanche le sigarette”. All’ex brigadiere non venne fatta però la prova dello stub, cosa che avvenne invece col “brasiliano”, la prima pista seguita dalla Procura di Vallo della Lucania e poi risultato del tutto estraneo.

I misteri però sono tanti a partire dalla telefonata fatta da Angelo Vassallo al procuratore prima del delitto. “Senti, io devo parlare con te urgentemente” disse Vassallo e il procuratore gli rispose che si sarebbero visti il giorno dopo e che si sarebbero incontrati la mattina dopo
“La serata stessa Angelo venne ucciso” dichiara il fratello. Nove colpi di pistola da distanza ravvicinata.

Ma i misteri sono tanti, le voci pure troppe: dalle relazioni amorose al fantomatico container della droga fino alla chiassosa cena fatta nel locale del fratello dai carabinieri proprio poche ore prima del delitto.

La vicenda

Sono trascorsi nove anni da quando, il 5 settembre del 2010, veniva assassinato Angelo Vassallo, il sindaco cilentano di Pollica. Il corpo di Vassallo, crivellato da sette dei nove colpi esplosi da una pistola calibro 9, venne ritrovato nella sua auto a pochi metri dalla propria abitazione. Una vera e propria esecuzione in perfetto stile camorristico i cui mandanti ed esecutori materiali non hanno ancora un nome. Da allora, sono state numerose le piste percorse dagli inquirenti per venire a capo della verità: dagli interessi legati alla speculazione edilizia nel territorio, verso i quali il “sindaco pescatore” si era sempre opposto, fino allo spaccio di droga, contro il quale Angelo Vassallo aveva avviato una vera e propria guerra personale.

Finito nel mirino degli inquirenti Bruno Humberto Damiani, un italo brasiliano legato agli ambienti della droga. La pista è stata accantonata e nel 2018, ci si è focalizzati su un’altra ipotesi. Al centro delle indagini della Dda, l’ex carabiniere di Castello di Cisterna, , Lazzaro Cioffi, finito in carcere perché accusato di collusioni col gruppo Ciccarelli-Fucito di Caivano e che, secondo gli inquirenti, potrebbe essere coinvolto nell’assassinio del sindaco cilentano. Cioffi però si è sempre trincerato nel silenzio su questa vicenda. L’indagine è ancora aperta.

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