Portico di Caserta. Ventinove imputati, piu’ della meta’ dell’organico dei dipendenti del Comune di Portico di Caserta da cinque anni sotto inchiesta ed imputati per falso e truffa.
Si tratta degli impiegati comunali che timbravano il badge e poi per intere giornate erano fuori ufficio a svolgere mansioni personali. Ora tutti gli impiegati sono a giudizio e rischiano una severa condanna: il carcere. I fatti risalgono all’estate 2013 quando essi furono sottoposi ad un’accurata operazione di monitoraggio con l’applicazione di telecamere. Tutto nacque in seguito a degli esposti anonimi.
Il Pubblico Ministero sammaritano dispose che venissero acquisiti interi tabulati e filmati che oggi dovevano essere proiettati in aula. Poi venne ordinata l’estrapolazione dei dati sensibili dai terminali del Comune, in seguito venne disposta una consulenza informatica ed una consulenza tecnica in merito all’ ingente danno all’erario per le ripetute assenze dal posto di lavoro degli impiegati. Oggi tutti e 39 imputati sono comparsi di nuovo dinanzi alla 3 Sezione Penale ( presieduta dal dott. Giuseppe Meccariello) in prosieguo dell’udienza dibattimentale in istruttoria. E durante la udienza di stamane e’ stato sentito un ufficiale di polizia giudiziaria che esegui degli accertamenti e delle acquisizioni dei documenti su delega presso il Comune di Portico di Caserta. Nella prossima udienza del 29 gennaio e’ stata programmata la proiezione dei filmati contenuti nelle riprese delle telecamere che all’epoca vennero installate per captare il comportamento truffaldino degli impiegati imputati e l’audizione di altri due ufficiali di polizia giudiziaria che fecero delle operazioni di monitoraggio e di pedinamento dei dipendenti sotto controllo. Verranno anche sentiti il tecnico informatico e l’esperto contabile.
Le indagini furono condotte dal Comando Stazione Carabinieri di Macerata Campania agli ordini del maresciallo Baldassarre Nero su delega del Pubblico Ministero dott. ssa Antonella Cantiello. Nutrito il collegio difensivo composto dagli avvocati Gesare Gismundo, Raffaele e Gaetano Crisileo, Alfredo Sorbo, Giuseppe Stellato, Francesco D’Atri e Stefano Vaiano. A rischiare il carcere e la conseguente perdita del posto di lavoro ben 29 dipendenti che, all’epoca, oltre cinque anni fa, subirono anche la misura interdittiva della sospensione dall’ impiego. Si tratta di : Piccirillo Lorenzo, Ventriglia Caterina, Gravante Giuseppe, Castiello Andrea, Asciore Giuseppina, Ienco Antimo, Iodice Giuseppe,Iodice Giovanni,Iodice Carmine, Iodice Emilio, Baiano Antonietta, Piccirillo Sergio, Piccirillo Oscar Luigi, Giannetti Domenico, D’Ambrosio Domenico,Munno Mario, Stefanelli Modestino, Indaco Giovanni, Merola Giuseppina, Merola Francesco, D’Amelio Gianfranco, Rauccio Sebastiano, Pisano Maria Antonietta, Iodice Francesco, Piccirillo Giosue’,Piccirillo Francesco cl. 61, Piccirillo Francesco cl. 54, Grimaldi Andrea e Falcone Alessandra.,