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Fuochi in piazza, individuato l’autore. Velardi: “Cose da boss”

Marcianise. È stato individuato dalle telecamere installate davanti al Municipio l’uomo che ieri sera ha acceso in piazza Umberto I una batteria di fuochi d’artificio per festeggiare la fine dell’amministrazione Velardi. Non è un politico, né un supporters delle forze di minoranza.

Si tratta di uno degli occupanti dell’immobile che venne sgomberato per volontà del Comune in quanto abusivo. Un gesto clamoroso che ha fatto molto discutere. L’uomo è stato individuato dalle telecamere dopo il lavoro della polizia municipale. Rischia una denuncia per esplosione non autorizzata di giochi pirotecnici. Anche in sala consiliare l’annuncio della caduta di Velardi è stata salutata in modo evidente con un applauso fragoroso dei cittadini presenti in sala. Il presidente dell’Assise Antimo Rondello ha ammonito i cittadini chiedendo compostezza. La festa poi è proseguita fuori in modo non certo sobrio.

L’affondo di Velardi

“La vita è un insieme di fasi, cominciano e finiscono. È stata una fase, per me, quella in cui ho assolto alle funzioni di sindaco di Marcianise. Sono stato, in tre anni e mezzo, un “servo inutile”.

È un’espressione evangelica, questa. L’altra domenica, 6 ottobre, due giorni dopo le mie dimissioni, riflettevo su questa frase mentre ero a messa e il sacerdote leggeva il Vangelo. “Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: ‘Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare’”.

La parola “inutile” è quanto rende più l’idea di ciò che nella vita è importante. Tutte le cose più importanti e necessarie della vita si presentano a noi come ‘inutili’. Letteralmente inutile significa che “non porta un utile”, e se non porta un utile allora è fuori dalla logica del profitto.

Fuori dalla logica del profitto, dell’interesse: così abbiamo amministrato Marcianise in questi anni. Poi ci siamo dovuti fermare perché quelli che credevamo fossero nostri compagni di viaggio erano ossessionati dalla logica del profitto: inseguivano e inseguono interessi, sia personali sia familiari. Interessi inconfessabili.

Ho riflettuto ieri sera sulla parabola evangelica mentre in piazza sparavano i fuochi d’artificio per annunciare alla città il mio defenestramento. Ma i fuochi, i fuochi non autorizzati, si sparano quando si annuncia la scarcerazione di un boss o l’arrivo di una partita di droga. Chi sparava i fuochi rappresentava quella Marcianise, era il figlio putativo di chi ha voluto violentemente eliminarmi come ostacolo. Ecco, dalla mia stanza, ieri sera, guardando quei fuochi, ho capito che questa gente non potrebbe mai capire che cosa vuol dire essere “servi inutili”.”