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Inchiesta Trentola, cade accusa per architetto: revocata la misura

Trentola Ducenta. A pochi giorni dall’operazione cambio di rotta per uno degli indagati nell’inchiesta che ha portato alla fine dell’amministrazione Sagliocco.  Nella giornata di ieri il gip del tribunale di Napoli Nord ha revocato la misura cautelare del divieto di dimora in provincia di Caserta e della sospensione dal pubblico servizio di 12 mesi nei confronti dell’architetto Elena Bassolino.

Decisivo, per fare decadere l’accusa a suo carico, il deposito di nuovi documenti da parte del suo legale di fiducia, l’avvocato Raffaele Rianna: gli elementi ulteriori portati all’attenzione della Procura, hanno convinto il gip a revocare qualsiasi restrizione

L’indagine

I carabinieri di Aversa diretti da Donato D’Amato hanno ricostruito le modalità di amministrazione da parte di Sagliocco, trovando le prove che lo incastrerebbero. Il sindaco e gli altri indagati rispondono a vario titolo di corruzione, turbata libertà degli incanti, peculato, falsità ideologica. Proprio Sagliocco però ha un ruolo di primo piano nella commissione dei reati; è lui, insieme al suo consulente legale Saverio Griffo, che prende accordi con gli imprenditori, quasi sempre dopo averli messi con le spalle al muro, come accade per un immobiliarista, cui viene fatto credere che il Comune stava analizzando una modifica del piano urbanistico che metteva in discussione i permessi a costruire; alla fine l’imprenditore aveva capito di dover scendere a patti, ma nel gennaio di quest’anno i carabinieri perquisirono l’ufficio di Sagliocco e l’indagine venne alla luce, bloccando alcuni accordi illeciti presi dal primo cittadino.

Non è stato così fortunato il titolare di una macelleria, che per avere il cambio d’uso del suo locale, sarebbe stato costretto a pagare il trenino che girava per il paese, con un esborso di 5mila euro. C’è poi la storia di un supermercato messo alla corde dal diniego amministrativo e da un ricorso al tar; anche in questo caso, prima che il titolare paghi, arrivano le perquisizioni dei carabinieri. In altre circostanze gli inquirenti accertano assunzioni chieste dal sindaco in aziende cui erano andati affidamenti diretti.