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Paese nel caos elettorale: la diocesi prima fa proclami e poi si ritira in buon ordine

San Felice a Cancello. Una toccata e poi poco dopo la fuga, lo scorso 28 febbraio la diocesi di Acerra fece capolino sulla politica locale, invocando la figura di un sindaco ‘santo’, nuovo, lo fece durante un convegno.

Un appello rimasto inascoltato in parte e che ha indotto un manipolo di ragazzi a tentare di mettere in piedi un progetto, oggettivamente impostato maluccio.

Nel periodo pasquale la diocesi attraverso una lettera incitò questi giovani a tentare comunque l’avventura: “Anche se siete pochi andate avanti, fate una squadra”.

Era una profezia di quanto sarebbe accaduto a fine aprile con l’esclusione sonora di una delle due coalizioni con candidato l’ex sindaco Nuzzo.

Ma i ragazzi del futuro non hanno accolto l’appello del vescovo e dopo tentativi velleitari hanno optato per mollare asserendo che li avevano minacciati con delle frasi scritte su un foglio A4 messe sul cruscotto di un’auto.

Bastava mettere in piedi una lista di giovani e oggi Davide avrebbe avuto la grande occasione di mettere a tappeto Golia.

Da quel momento la chiesa non è più entrata sulla problematica. VANISHED!

Stamani su qualche post di cittadini abbiamo letto: “Il Paese, più di prima continua ad essere schiavo e prigioniero di immoralità e confusione, di assenza di leadership, dove l’oggi è la fotocopia di ieri…. Ci si chiede: dove sono finito l’ardire e l’ardore delle parole profferite e scritte dal Vescovo?  Questo silenzio, caro vescovo, pesa come un macigno”.

In effetti l’atteggiamento della chiesa è davvero inedito, la guida spirituale venuta meno nel momento più delicato.

Chi si aspettava che queste elezioni fossero apicali per far ripartire il territorio lasciandosi alle spalle gli anni bui è rimasto con un palmo di naso.