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Arrestato un consulente della Valle per truffa. IL NOME

Valle Caudina. Alle prime luci dell’alba i Carabinieri del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore hanno tratto in arresto, in esecuzione di ordinanza applicativa di misura cautelare personale emessa dal GIP di Nocera Inferiore, 5 soggetti, residenti nelle provincia di Salerno, Benevento, Napoli e Lecce. Tra gli arrestati, un consulente del lavoro di Moiano (BN), paese a due passi dalla zona casertana della valle di Suessola.

Si tratta di Aniello Massaro, classe 79, noto commercialista, figlio di Carmine Massaro, veterano dei commercialisti della zona.

Un 6° indagato è al momento irreperibile anche se attivamente ricercato.
Gli indagati sono ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe aggravate ai danni dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale e dell’Agenzia delle Entrate.

 

I provvedimenti restrittivi sono stati emessi all’esito di articolata attività di indagine coordinata da questa Procura della Repubblica e condotta dai militari dell’Arma in servizio presso la Sezione di Polizia Giudiziaria in sede.

Gli arrestati sono:
M.E., di Carmiano (LE), presidente nazionale di Federaziende; C.G., di Lecce, presidente nazionale dell’E.Bi.N (Ente Bilaterale);
M.P., di Casoria, Agente della Polizia Penitenziaria, gestore di fatto di Federaziende regionale Campania;
S.G., di Sant’Egidio del Monte Albino, consulente del lavoro e responsabile di zona di
Federaziende – Pagani;
MASSARO ANIELLO, di Moiano (BN), consulente del lavoro e responsabile di zona di Federaziende-Moiano (BN);
L’articolata attività investigativa, avviata nel corso del 2018, ha consentito di accertare l’esistenza di un sodalizio criminale composto da consulenti del lavoro, imprenditori e faccendieri che, attraverso compensazioni fittizie derivanti da importi conguagliati relativi ad arretrati per assegni al nucleo familiare, malattia, maternità e bonus Irpef 80 euro ex Legge n. 190/2014 ( Bonus Renzi), riuscivano ad ottenere indebite erogazioni previdenziali da parte dell’INPS e crediti di imposta da parte dell’Agenzia delle Entrate e ricevevano l’indebita percezione di indennità previdenziali pari a oltre 2 milioni di euro

Le indagini si direzionavano verso gli studi di consulenza del lavoro di S.G. e M.A., in quanto, erano quelli che presentavano più anomalie in relazione al pagamento di arretrati per i benefici suddetti.

Gli accertamenti effettuati a carico dei consulenti del lavoro facevano emergere che gli stessi erano anche responsabili zonali di Federazione Pagani e Moiano e nella loro qualità facevano aderire le ditte, da essi gestite a Federaziende e all’Ente Bilaterale E.Bi.N..

In sintesi, quindi, i consulenti ed i legali rappresentanti di 84 ditte anch’essi indagati, hanno dichiarato di aver anticipato fittiziamente a favore dei propri dipendenti la somma di euro 2.107.394,1O, per assegni al nucleo familiare, malattia, maternità bonus Irpef 80 euro Legge n. 190/2014, successivamente indicata nei file uniemens (denunce mensile Inps) e sugli F24, al fine di creare un credito inesistente nei confronti dell’erario.

La somma indebitamente percepita è stata utilizzata per euro 683.228,31 per il pagamento dei contributi ai lavoratori e per estinguere altri debiti tributari e per euro 1.424.165,79 è stata devoluta a favore di Federaziende e all’ente bilaterale E.Bi.N.

Gli indagati avevano individuato una falla all’interno del sistema di controllo dell’Inps e del SISPI (Società Italiana di Servizi per la Previdenza Integrativa) società partecipata INPS.

L’adesione a Federaziende ed E.Bi.N. comportava per le società aderenti la possibilità di ottenere per i lavoratori subordinati corsi di aggiornamento e formazione relativi alla sicurezza sul lavoro.

Le indagini hanno consentito di accertare che le somme devolute per tali finalità non sono mai state destinate a questo scopo.

Sotto il profilo operativo va segnalato che il sequestro preventivo e per equivalente ha riguardato 90 indagati ed ha consentito di apprendere somme di denaro quote di società e beni immobili corrispondenti all’importo indebitamente percepito.