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Peppe a tigre, dal duetto con Cruciani alla galera. Le intercettazioni lo inchiodano

Caserta/Marcianise. Quattro mesi fa Giuseppe Rinaldi, conosciuto da tutti come “Peppe ‘A Tigre”, era diventato un personaggio conosciuto addirittura a livello nazionale. Merito di un video postato sul suo profilo dopo aver ricevuto un Daspo per la sua attività di “parcheggiatore abusivo” a Caserta. La sua testimonianza divenne ben presto virale al punto da suscitare l’attenzione di Giuseppe Cruciani che lo fece intervenire in diretta nel corso del suo programma radiofonico “La Zanzara”.

Tre mesi dopo quella telefonata, nella quale Rinaldi professava la sua onestà (“devo mantenere 10 figli”), la notte della follia, culminata nell’incidente di via Retella. Ieri mattina, giorno del suo 45esimo compleanno, il cerchio si è chiuso con i carabinieri della Compagnia di Marcianise che hanno tratto in arresto sia lui che il primogenito Gianfranco, 19 anni.  A incastrarli, oltre ai filmati messi agli atti, anche le telefonate tra padre e figlio, tutte puntualmente intercettate.

 

La vicenda

 

Hanno speronato per vendetta un 17enne di Marcianise, Fabio J. B, in sella a un motociclo facendolo finire in coma in ospedale. Per questo i due Rinaldi sono stati arrestati dai carabinieri e condotti in carcere su ordine del Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere; rispondono di tentato omicidio. E’ stata la vittima, una volta risvegliatasi dal coma, a raccontare ai carabinieri – coordinati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere diretta da Maria Antonietta Troncone – cosa avvenne realmente la sera del 20 ottobre dello scorso anno, quando fu travolto, a bordo del suo scooter, in via Retella a Capodrise da un’auto che poi si diede alla fuga; allora tutto sembrava portare verso la pista dell’incidente stradale.

 

Il giovane ha invece raccontato che l’incidente fu un tentativo deliberato di colpirlo; quella sera – ha riferito – la passò a Caserta, nella centrale piazza Dante, ritrovo di molte comitive di giovani, e ad un certo intervenne in una rissa in cui era stato coinvolto un amico, prendendone le difese; tra gli aggressori c’erano pure i due indagati. Il giovane, per evitare ritorsioni dai due, fuggì con lo scooter ma fu inseguito fino a Capodrise dove fu speronato rovinando sull’asfalto; lì fu lasciato agonizzante. Gli inquirenti hanno riscontrato l’attendibilità del racconto, anche visionando le telecamere di videosorveglianza installate in piazza Dante.

 

LA TELEFONATA CULT TRA PEPPE ‘A TIGRE E CRUCIANI