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Arrestati perchè in affari col boss: avevano creato una fondazione anticlan

Casapesenna. La Polizia di Stato ha arrestato per concorso esterno in camorra, nell’ambito di un’indagine della Dda di Napoli, tre imprenditori originari di Casapesenna, ovvero Armando Diana e i nipoti Antonio e Nicola Diana , quest’ultimi figli di Mario, ucciso 30 anni fa dalla camorra e ritenuto vittima innocente. I tre sono stati messi, su disposizione del gip, agli arresti domiciliari.

 

Fino ad oggi i Diana erano considerati imprenditori anti-clan, tanto da aver creato una fondazione che organizza eventi anti-camorra. I Diana sono imprenditori del settore dei rifiuti e di trasporto. L’inchiesta copre un periodo di tempo molto lungo, affondando le radici addirittura negli anni Novanta, quando secondo la Dda i Diana avrebbero acquistato all’asta terreni in Emilia Romagna, anche grazie all’ex boss dei Casalesi Dario De Simone.

 

L’aggiornamento

Nella prima mattinata di oggi, la Polizia di Stato di Caserta ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dall’Ufficio del Gip presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti degli imprenditori casertani DIANA Armando, di anni 77, DIANA Antonio, di anni 51, e DIANA Nicola, di anni 51, ritenuti responsabili di concorso esterno all’associazione mafiosa denominata clan dei casalesi-gruppo ZAGARIA.

L’indagine, condotta dalla Squadra Mobile di Caserta e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, attraverso le dichiarazioni di numerosi collaboratori di Giustizia, ha permesso di ricostruire l’esistenza di un rapporto operativo tra il mondo dell’imprenditoria, e in particolare i soggetti destinatari della misura cautelare, e la fazione ZAGARIA del clan dei Casalesi

Il patto criminale stretto col clan avrebbe consentito agli imprenditori di godere di una protezione e di una tranquillità operativa tali da permettere agli stessi di raggiungere, nell’area territoriale di competenza del clan, una posizione imprenditoriale privilegiata.

In cambio, secondo le risultanze investigative, il clan avrebbe ottenuto dai DIANA prestazioni di servizi e utilità, quali il cambio assegni e la consegna sistematica di cospicue somme di denaro, necessarie ad alimentare le casse dell’organizzazione camorristica riconducibile a Michele Zagaria.

Contestualmente all’arresto degli imprenditori, inoltre, è stata data esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo di tutte le società, tuttora attive, a loro riconducibili, tra cui società di produzione e lavorazione materiali plastici, società immobiliari, ditte di imballaggi, esercizi commerciali, società di vendita veicoli industriali, società agricole,  dislocate nell’agro aversano, nel centro cittadino casertano e nelle città di Napoli e Milano.

 

Il primo lancio

Casapesenna. Blitz della polizia, famiglia di imprenditori nei guai. All’alba di oggi gli uomini della squadra mobile della questura di Caserta hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di alcuni imprenditori ritenuti vicini alla fazione dei Casalesi capeggiata da Michele Zagaria.

 

La polizia ha notificato i provvedimenti cautelari nei confronti di Antonio e Nicola Diana. Coinvolto anche lo zio Armando Diana. L’indagine si muove sui rapporti tra il clan di Casapesenna e alcuni soggetti considerati vicini al boss e soprattutto in affari con lui.

 

 

(nella foto Antonio Diana)