Alife/Macerata Campania/Maddaloni. Sono saliti a tre gli indagati per omicidio stradale per il terribile incidente costato la vita, il 2 gennaio scorso, a Carminuccio Tuccino Polvere. Il Pubblico Ministero della Procura di Benevento, dott. Francesco Sansobrino, titolare del procedimento penale aperto all’indomani della tragedia, contestualmente al decreto di convalida del sequestro dei mezzi, ha infatti notificato un’informazione di garanzia anche nei confronti della conducente della vettura coinvolta nel primo tamponamento.
Com’è tristemente noto, il sinistro si è verificato sulla Statale 372, nella periferia di Benevento, nel tratto del raccordo che collega la Telesina al casello autostradale di Castel del Lago. La vittima, che aveva solo 56 anni e gestiva con i genitori, a Pesco Sannita, dove risiedeva, un’azienda agricola a conduzione familiare, si stava recando al mercato di Benevento per vendere i suoi prodotti ortofrutticoli con il suo Fiat Doblò, a bordo del quale viaggiava anche la madre 76enne, quand’è stato coinvolto in un leggero tamponamento con una Fiat Punto condotta da M. C. C., 43 anni, di Alife, nel Casertano.
I due conducenti hanno accostato i veicoli a bordo strada e sono scesi dalle rispettive vetture per fare la constatazione amichevole, ma a quel punto è scoppiato l’inferno: prima un fuoristrada Daihatsu Therios condotto da M. R. D. C, 58 anni, di San Lorenzello (Bn), è piombato sui due mezzi fermi, sbalzando il furgone nella cunetta stradale e capovolgendosi in mezzo alla strada, e pochi attimi dopo è sopraggiunto anche un Tir di una ditta di autotrasporti di Macerata Campania condotto da L. M., 56 anni, di Maddaloni (Ce), che ha fatto il resto. Il tragico bilancio di questa drammatica sequenza è stato di un morto, Carminuccio Tuccino Polvere appunto, e di due feriti: la madre della vittima, ricoverata all’ospedale Rummo di Benevento, inizialmente in condizioni serie per le quali i medici si erano riservati la prognosi, e la conducente del Suv, finita al Fatebenefratelli con ferite meno gravi.
Il Sostituto Procuratore, che non ha reputato necessario disporre l’autopsia sulla salma di Polvere, ritenendo sufficiente l’esame esterno effettuato dal medico legale, sulla base della prima informativa inviata dagli agenti della Polstrada intervenuti per i rilievi, aveva indagato per omicidio stradale il conducente del mezzo pesante e la guidatrice del fuoristrada, ma poi, anche come atto dovuto per consentirle di nominare eventuali consulenti di parte, ha aggiunto alla lista anche il nome della conducente della Punto.
I familiari della vittima, straziati dal dolore, in queste ore hanno quanto meno potuto tirare un sospiro di sollievo per le sorti della mamma di Polvere: l’anziana ha riportato traumi importanti, ha il bacino rotto, e ne avrà per dei mesi, ma è fuori pericolo e proprio giovedì 10 gennaio è stata dimessa dal Rummo e trasferita nella casa di cura Villa Margherita per la riabilitazione.
Ma la famiglia ora chiede con forza che si faccia piena luce sull’incidente e sulle relative responsabilità e per questo, e per ottenere giustizia, attraverso la consulente personale Mila Tizzano, si è affidata a Studio 3A, società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità in ogni tipologia di sinistro, a tutela dei diritti dei cittadini. I congiunti chiedono in particolare di sapere da chi sia stato investito mortalmente il loro caro, perché non è ancora chiaro se l’agricoltore sia stato centrato prima dalla conducente del Suv, che ha comunque la colpa di non aver visto le due auto ferme e di averle tamponate violentemente, innescando la carambola, o se sia stato il (solo) Tir a travolgerlo. Data l’estrema complessità del sinistro, è altamente probabile che nei prossimi giorni il dott. Sansobrino disponga e affidi a un proprio consulente tecnico anche una perizia cinematica per chiarire la dinamica, le cause e quindi anche le responsabilità dello schianto fatale.