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Indennità di servizio a soggetto inesistente, cancellata sentenza per truffa. Parola a un altro giudice

Marcianise. Dopo oltre dieci anni finisce di essere un caso di competenza penale la vicenda dell’indennità fasulla. Due settimane fa, infatti, la seconda sezione della Corte di Cassazione ha accolto il ricorso presentato dall’imputato Antonio L., 64 anni di Marcianise, per il quale era già intervenuto il non luogo a procedere.

 

Nel novembre novembre 2016, in parziale riforma della sentenza emessa dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere in primo grado, era stato infatti dichiarato il “non doversi procedere” nei confronti del 64enne per truffa aggravvata e concorso ideologico, confermando però le situazioni in favore della parte civile costituita.

 

Il giudizio di primo grado aveva accertato la responsabilità dell’imputato in riferimento a una pratica fasulla di liquidazione di indennità premio di servizio in favore di un soggetto inesistente. I riscontri erano stati riferiti gli assegni consegnati all’imputati per fatti accaduti a Marcianise e Caserta nel febbraio 2006.

 

Tre i motivi del ricorso, presentato dall’avvocato Gabriele Amodio: il primo riguarda la violazione della presupposti di legittimità per la valutazione della prova dichiarazione arrivando da un imputato in procedimento connesso che si dichiara estraneo ai fatti; il secondo perchè la Corte non avrebbe tenuto in considerazione tutte le prove dichiarative assunte nel dibattimento e non ha valutato alcun elemento specifico di riscontro a carico dell’imputato, essendo quelli evidenziati riferibili ad altri episodi autonomi.

 

La Corte, inotlre, non ha ritenuto di accedere ad un supplemento di indagine in quanto il teste aveva escluso che gli assegni fossero giustificaati con la retribuzione dell’illecito ma avevano altra causa. Il ricorso è stato dichiarato fondato: la decisione è stata annullata con rinvio al giudice ma solo per quanto riguarda il merito civile che poi dovrà ricoscerne la responsabilità. Il reato è stato infatti già prescritto in sede penale e in questi casi se viene annullata sentenza, il rinvio avviene direttamente al giudice civile