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Bomba contro il ristorante, la firma del clan

Marcianise. Il clan ha ordinato quell’attentato al ristorante. Cade anche l’ultimo velo sulla stagione del terrore per le imprese e i locali di Marcianise ad opera della cosca dei Quaqquaroni. Pochi giorni fa, infatti, la seconda sezione penale della Corte di Cassazione ha scritto la parola fine sugli attentati del 2009 depositando le motivazioni con cui nell’udienza del 29 novembre è stata respinta l’istanza di annullamento della condanna di secondo grado presentata da Andrea Letizia, il ras del clan Piccolo ritenuto il mandante di quelle azioni.

 

Accolta invece quella di Michele Maietta, l’altro ricorrente, per il quale dovrà essere rideterminata la pena. La condanna di Letizia però mette il punto sulla matrice camorristica di due esplosioni avvenute tra Marcianise e Capodrise nel 2009: a giugno l’ordigno esploso contro un ristorante, a settembre il raid ai danni di un mobilificio. In entrambi i casi si registrarono notevoli danni alle attività, con la distruzione di vetrate, scale e merce in esposizione nel caso del negozio di arredamenti.

 

L’impianto accusatorio verificato dalla squadra mobile e portato avanti dalla Dda ha retto. Il clan aveva peraltro già annunciato l’attentato al ristorante secondo gli inquirenti facendo avvicinare il titolare del ristorante da un ex affiliato poi pentitosi. “Dovete andare a mettervi a posto a casa di Andrea Letizia” fu la frase che il proprietario ascoltò e al quale rispose “picche”. Dal no al raid passeranno pochi giorni: la deflagrazione sembrava l’incipit di una nuova stagione del terrore dei Piccolo, stroncata sul nascere dalle forze dell’ordine.