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Si è pentito il nipote di Angelo Grillo: tremano clan e pusher. Le sue parole all’Antimafia

Marcianise.  Un nuovo terremoto si sta abbattendo sul clan Belforte: si è pentito Giuseppe Grillo, 36 anni, conosciuto come “Peppe o’ piezz”, ma soprattutto nipote di Angelo Grillo, l’imprenditore di Marcianise detenuto dal 2013 e che recentemente ha cominciato a parlare con i magistrati della Dda.

Pure Giuseppe Grillo ha già parlato con i magistrati Antimafia: questa mattina nel corso del processo Unrra Casas sullo spaccio a Marcianise sono stati depositati infatti due verbali di interrogatorio, il cui contenuto al momento è top secret. Il 36enne è un personaggio marginale nelle vicende del clan Belforte, visto che è stato coinvolto soprattutto in indagini sullo spaccio (ha una condanna definitiva per rapina). Notevole peso riveste però la sua parentela con l’imprenditore di riferimento del clan Belforte, che portò al suo coinvolgimento nella prima inchiesta sui rapporti tra Asl, camorra e famiglia Grillo, quella che nel 2013 portò al primo arresto per suo zio.

Il processo sullo spaccio

Ufficializzato il pentimento di Grillo l’udienza è stata rinviata al 4 febbraio. In ballo ci sono le sorti di 42 indagati per i quali il pm della Dda Luigi Landolfi aveva invocato il processo, ma per molti di loro il tutto potrebbe risolversi nel giro di poche settimane. Oltre una decina hanno già chiesto la possibilità di essere infatti giudicati con rito abbreviato, saltando la fase dibattimentale, ma di fatto potendo ottenere lo sconto di un terzo della pena.

Altri stanno pensando a un patteggiamento da concordare col sostituto procuratore. Insomma, alla fine dell’udienza preliminare, la scrematura sarà notevole e in pochi potrebbero decidere di affrontare la tortuosa strada dell’ordinario al tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Nella prossima udienza sul tavolo del gup Imparato dovranno essere formalizzate dagli avvocati difensori le diverse richieste: a quel punto si avrà un quadro esaustivo della vicenda giudiziaria.

Due clan nel business

L’indagine, portata avanti dal mese di settembre 2014 al mese di maggio 2015, mediante servizi di osservazione, controllo e pedinamento nonché attraverso intercettazioni telefoniche, ha permesso di contrastare il dilagante fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti nei comuni di Marcianise, Capodrise e Maddaloni e di accertare la commissione di plurime cessioni di sostanza stupefacente, operate in regime di monopolio avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e omertà di cui all’art. 416 bis, c.p., nonché al fine di agevolare le organizzazioni camorristiche denominate “Belforte” e “Piccolo-Letizia”.

Grazie ad una serie di attività di riscontro, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Marcianise sono riusciti ad individuare, per la prima volta, l’esistenza di un accordo tra i due clan operanti nel comune di Marcianise, “Clan Belforte, detto dei Mazzacane” “Clan Piccolo-Letizia detto dei Quaqquaroni”, storicamente nemici e la cui rivalità ha prodotto tra la fine degli anni ‘90 e metà degli anni 2000 svariate decine di omicidi, con il quale veniva sancita un’alleanza per la gestione dell’attività illecita dello spaccio di sostanze stupefacenti, con diversi avvicendamenti tra le due famiglie.