Casal di Principe. Tre conferme e due riduzioni della pena nel processo in Appello sulle ingerenze del clan dei Casalesi nella metanizzazione dell’agro aversano. La prima Corte di Appello di Napoli, questa sera, ha assolto come lo avevano fatto i giudici di primo grado i tre dirigenti della CPL Concordia Roberto Casari, il direttore generale Giuseppe Cinquanta e l’ingegnere Giulio Lancia.
La sentenza di assoluzione in primo grado nei loro confronti, a cui si erano appellati i pubblici ministeri della Dda di Napoli Catello Maresca e Maurizio Giordano, fu emessa lo scorso dal Tribunale di Napoli Nord. Ridotte le pene emesse in primo grado nei confronti degli imprenditori Antonio Piccolo di Casapesenna da 10 anni a 6 anni a cui è stato riconosciuto il concorso esterno in associazione mafiosa, e nei confronti Claudio Schiavone di Casal di Principe, a cui la pena è stata ridotta da 6 anni a 2 anni e 10 mesi entrambi assistiti dall’avvocato Giuseppe Stellato.
“Finalmente dopo cinque anni si è nuovamente affermata l’innocenza del mio cliente. Giuseppe Cinquanta quale direttore generale della CPL Concordia pensate ha scontato ingiustamente 1 anno in carcere e sei mesi agli arresti domiciliari”, è quanto ha dichiarato all’Adnkronos l’avvocato Arturo Froio dopo la conferma di assoluzione al processo in Corte di Appello a Napoli sulle ingerenze del clan dei Casalesi nella metanizzazione dell’agro aversano.
“Siamo soddisfatti per la sentenza di questa sera che restituisce l’immagine non solo al mio cliente Roberto Casari che è stato presidente della Cpl Corcordia per ben 42 anni ma a tutta la cooperativa modenese che esiste da ben 120 anni e da lavoro a più di 1800 persone. La dimostrazione che non c’era stato nessun accordo con la criminalità organizzata locale. Semplicemente estraneo a tutto”, ha commentato all’Adnkronos l’avvocato Luigi Sena difensore di Casari lo stesso assolto in Appello dalle pesanti accuse di collegamenti con il clan dei Casalesi.